Scudo fiscale al rush finale: raggiunta quota 100 miliardi

RomaA pochi giorni dalla scadenza del 15 dicembre, termine ultimo per l’adesione allo scudo fiscale, il rimpatrio di capitali avrebbe raggiunto, o addirittura superato, quota 100 miliardi di euro. Lo riferiscono fonti della maggioranza, impegnata sul voto della legge finanziaria alla Camera. L’aliquota del 5% consente al governo di far conto su 5 miliardi di euro, oltre un miliardo in più di quanto cifrato nella Finanziaria (3,9 miliardi di euro) a copertura di una nutrita serie di interventi, dal 5 per mille in poi.
Entrate straordinarie benvenute, dato che quelle ordinarie fanno segnare - nei primi dieci mesi dell’anno - un calo del 3,4%. Un andamento, spiega il Tesoro, imputabile alle imposte dirette, Ires e Ire, e «giustificato dal deterioramento del ciclo economico». Nel mese di ottobre è migliorata l’Iva.
Come spesso accade in Italia, gli ultimissimi giorni dovrebbero portare nuove regolarizzazioni. Gli intermediari fanno sapere di essere sovraccarichi di lavoro: «Chi rimpatria grosse cifre - spiegano - potrebbe decidere di farlo all’ultimo momento». Secondo l’Associazione italiana private banking, la stima di 50 miliardi di rimpatri «fisici» di capitali e 20 miliardi di regolarizzazioni senza rimpatrio dovrebbe essere superata, per forse raggiungere i 100 miliardi. Una cifra molto più alta rispetto al risultato degli «scudi» messi in campo da Giulio Tremonti nel 2001 e 2002, che insieme fecero emergere 73 miliardi, con un gettito di 2 miliardi e 100 milioni. Dalla sola San Marino sono giunti circa 2,4 miliardi, dice il governatore della banca centrale del Titano, Biagio Bossone. Le segnalazioni antiriciclaggio relative allo scudo giunte in Banca d’Italia sarebbero un centinaio.
Il 15 dicembre scade il termine per la dichiarazione, ma per il versamento dell’imposta c’è tempo fino al 18. Nonostante l’Agenzia delle entrate abbia ribadito che non vi saranno slittamenti dello scudo, le voci di una possibile proroga di tre o sei mesi continuano a girare nell’ambiente bancario. Il governo è infatti al lavoro sul decreto «milleproroghe» di fine anno, che dovrebbe contenere, fra l’altro, alcuni interventi sulle concessioni demaniali marittime e il bonus fiscale per i benzinai. Il provvedimento potrebbe essere varato nel Consiglio dei ministri di giovedì 17, a scudo scaduto.
Va avanti alla Camera, intanto, l’esame della Finanziaria.

L’aula ha approvato il Bilancio, respingendo i 33 emendamenti dell’opposizione. Martedì 15 si vota sulla Finanziaria vera e propria, e il «sì» dovrebbe giungere entro venerdì 18 per consentire al Senato una terza lettura senza troppa fretta.

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