Scultura e speranza dialogano in Cattolica

In mostra le opere in metallo leggero di Meggiato. La curatela è stata affidata a sette studentesse

Scultura e speranza dialogano in Cattolica
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Squadra che vince non si cambia. Arianna Bono, Matilde Cauteruccio, Matilde Dante, Maria Laura Foti, Sara Ravelli, Alessandra Mara Sartori di Borgoricco e Melania Sisinno sono le 7 studentesse della Cattolica (quattro alla specialistica, due triennali e una del Dams di Brescia), che curano la mostra "Elpìs-Dove nasce la speranza" di Gianfranco Meggiato, scultore veneziano classe 1963 capace di coniugare spiritualità, materia e metafisica. Opere che sembrano leggere pur essendo di metallo: per lui lo spirito è un'inesauribile forza, da cui poter ripartire sempre. Sono esposte fino al 30 settembre nelle due sedi limitrofe della Cattolica a Milano, in Largo Gemelli 1 e via Carducci 28/30, ingresso libero (da lun a ven 8-20; sab 9-17. Domenica chiuso).

Le neo-curatrici della mostra hanno tra i 23 e i 25 anni e ne sono co-protagoniste: "La maggior parte di noi segue il corso magistrale di Economia e Gestione dei Beni Culturali, curriculum Musei ed Eventi Espositivi - spiega Matilde Cauteruccio anche a nome delle altre-, due di noi sono laureande triennali, una della Facoltà di Lettere sempre in Cattolica e un'altra al Dams della sede di Brescia. Avevamo già collaborato al progetto Eutopia, nel 2024". Allora ad ogni ragazza era stato affidato un solo artista da curare per l'esposizione collettiva che si tenne sempre in varie parti dell'Università.

Itinerari di Arte e Spiritualità è il nome del progetto che consente tutto ciò, ideato dal Centro Pastorale in Cattolica nel 2005: ogni anno individua tematiche che favoriscono nuove riflessioni sulla realtà da indagare attraverso l'occhio dell'arte contemporanea. Dal 2017 i curatori delle mostre che si organizzano sono gli studenti dell'Ateneo, grazie alla sinergia tra il Centro Pastorale, coordinato da Padre Enzo Viscardi, e il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell'Arte, con le professoresse Elena Di Raddo, Bianca Trevisan, Michela Valotti e Mariacristina Maccarinelli.

I ragazzi sono seguiti dai professori, ma il lavoro deve essere di valore personale e di gruppo per ogni studente: "È un ottimo progetto - spiega Matilde -. L'anno scorso Alessandra Mara Sartori aveva portato come artista Gianfranco Meggiato". Grazie a questa esperienza i giovani entrano in vero rapporto con gli artisti: "Gli ha chiesto se voleva essere coinvolto anche in questa edizione". Da quel momento l'ingranaggio è ripartito: "A febbraio Meggiato ci ha invitato vicino a Padova per una studio visit -spiega usando espressioni del settore-. Volevamo, con lui e davanti ai suoi lavori capire come sviluppare questo nuovo progetto a livello di curatela. Ci siamo raccontate lui si è raccontato". È stato il primo incontro: "Poi tra chat di gruppo e riunioni online ci siamo sentiti spesso. Se Meggiato era impegnato c'era sua moglie. Abbiamo visto da vicino ogni fase del lavoro di un artista". Il tema è suo: "Elpis", in greco antico lo Spirito, inteso come Speranza. "Già nel mito -conferma Matilde- è l'ultimo a restare nel vaso di Pandora: non come debole consolazione, ma come forza che resiste quando tutto sembra perduto".

In un tempo come quello di oggi, segnato da minacce di guerra e guerre in corso, Elpìs vuole essere questo: una speranza non ancora realizzata ma che vive. Perché l'arte, la bellezza, sono in se stessi semi di speranza.

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