Dalla scuola all’Europa allargata l’incerto futuro per i giovani

Ho letto il commento di Ida Magli «Morte di una Nazione» in riferimento all’allargamento dell’Ue e, con tutta l’onestà intellettuale che uno possiede, non posso che dare ragione all’autrice. Io ho 31 anni e come me tanti giovani che quando hanno cominciato a lavorare erano preda di entusiasmo e voglia di futuro, ora sono sfiduciati e delusi di questa Unione europea che sa di Russia. Il mio desiderio è diventare un buon imprenditore, ma ho paura di non farcela, perché non trovo aiuto da parte delle nostre istituzioni e di quelle europee, non ho fiducia in loro, per me la nostra Nazione è diventata una macchina burocratica che vuole e non dà. L’ingresso dell’euro non controllato, i crac finanziari che ci hanno toccato, le banche usuraie pronte a colpire, i tassi di interessi che stanno crescendo, le politiche giovanili che non ci sono, la riforma della scuola alla mercè degli umori dei nostri politici e l’ingresso nell’Ue di nuovi stranieri che sicuramente non sarà controllato e pianificato, demotivano i giovani che come me hanno intenzione di crearsi un futuro.

Questi sono alcuni dei dispiaceri di cui ci nutriamo ogni giorno, e mi appoggerei volentirei a quello che disse A. Kay «Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo», ma mi domando con quali strumenti posso iniziare a farlo. In attesa che qualcosa cambi, continuerò a sognare.

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