Scuola, i vescovi benedicono la riforma Moratti

Ds e Dl: «D’accordo con la Cei». Poi si smentiscono: «Abroghermo la legge»

Francesca Angeli

da Roma

Più aiuti economici alle scuole cattoliche per la realizzazione di una vera parità scolastica e no alla cancellazione della riforma della scuola firmata dal governo di centrodestra. Queste le istanze dei vescovi al governo che verrà, contenute nel documento «La riforma del sistema educativo e le prospettive del Paese», stilato dal Consiglio nazionale della scuola cattolica, organismo della Cei.
Alla scuola italiana, osserva la Conferenza episcopale, serve «un patto bipartisan che coinvolga l’intera comunità su pochi ma veramente condivisi principi ispiratori di fondo». Anche perché «dopo tanti tentativi e interruzioni», occorre portare a compimento «il processo riformatore delineato nel corso degli ultimi 10 anni», quindi anche quello definito dal ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti. Si deve concludere il processo avviato senza proporre «un’altra riforma».
Poi il nodo cruciale, il punto che più sta a cuore alla Chiesa: «Superare le contrapposizioni» puntando al «pluralismo istituzionale, al diritto di scelta delle famiglie e a un’effettiva parità scolastica». Ma per realizzare la parità occorre offrire alle famiglie una reale libertà di scelta, attuando «politiche nazionali e regionali che consentano l’esercizio pieno della libertà educativa delle persone e delle famiglie, che in Italia continua ad essere gravemente disattesa, pur essendo un diritto di tutti e non un privilegio di una minoranza». Nel sistema nazionale pubblico di educazione il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione deve essere gratuito per tutti. E la Cei sottolinea come «il denaro erogato dallo Stato e dagli Enti locali alle scuole paritarie, cattoliche e laiche non è sottratto alla scuola pubblica statale, ma serve per realizzare le finalità generali delle politiche educative del nostro Paese».
Si affrettano a dichiararsi d’accordo con le richieste dei vescovi le senatrici Maria Chiara Acciarini e Albertina Soliani, rispettivamente capigruppo Ds e Margherita nella commissione Istruzione.
«Siamo d'accordo con la Cei, la scuola italiana ha bisogno di un grande cambiamento per affrontare le sfide della società della conoscenza», dichiarano le due senatrici che però poi non mostrano di aver compreso chiaramente le indicazioni della Cei. Soliani e Acciarini dichiarano di voler dare «un segnale di discontinuità» rispetto al governo di centrodestra reo di aver praticato una «miope politica di tagli e di provvedimenti caotici» e promettono che l’Unione abrogherà «la legislazione vigente» mentre la Cei chiede di seguire il solco della riforma già intrapresa. Le due senatrici poi non fanno cenno alla richiesta fondamentale della Cei che è quella dei sostegni finanziari alle scuole cattoliche.

Forse perché i loro alleati di Rifondazione e Rosa nel Pugno, oltre che molti diessini, giudicano tale richiesta assolutamente irricevibile. Chi aderisce immediatamente al documento della Cei è Alleanza nazionale che, con il responsabile per le politiche della famiglia Riccardo Pedrizzi, assicura: «Sarà un nostro impegno in caso di vittoria».

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