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Scuola, Moccia rivela: "Bigiavo poco e filmavo i professori di nascosto"

Lo scrittore romano ricorda la vita dietro i banchi: "Ero uno tranquillo". Poi ricorda l'incubo di algebra: "Copiavo quando era possibile"

Scuola, Moccia rivela: "Bigiavo poco 
e filmavo i professori di nascosto"

Federico Moccia, com’era lei da studente?
«Ero un tipo tranquillo».

Mai bigiato?
«Massì qualche volta, in gruppo. Però ero molto presente in classe, mi divertivo».

In che modo?
«La mia passione era girare di nascosto un film».

Buon sangue non mente. Dove la metteva la cinepresa?
«La nascondevo e la usavo quando c’era il prof d’arte che ci sentiva poco. La cinepresa faceva un gran rumore e non si poteva usare molto spesso».

E così ha immortalato le interrogazioni?
«Esatto. Era divertente rivedere le incertezze dei compagni quando rispondevano alle domande del professore. Ma scherzi eclatanti non se ne potevano fare, altrimenti scattavano le sospensioni».

Lei era un bravo scolaro?
«Ho fatto il classico, ero forte in italiano, greco e latino. Copiavo quando era possibile in matematica. L’algebra era il mio incubo. Ma mi è rimasto un bellissimo ricordo della scuola».

Lo dica ai ragazzi di oggi.
«Io vorrei dire loro che la scuola è il momento più bello della vita. Ti diverti, prendi in giro i prof anche se in modo bonario. Ma formi il carattere, impari a confrontarti con gli altri e il resto del mondo».

E allora fa bene la Gelmini a mettere un freno alle assenze ingiustificate?
«Direi che più di un mese di assenza è davvero troppo. A scuola si devono assimilare le regole. È importante che ci sia un polso forte da parte degli insegnanti. Soltanto dopo ci si può concedere libertà nelle passioni».

Qualcuno dei suoi lettori sarà deluso da tanta serietà.
«Ai ragazzi va detto che imparare tornerà utile a loro stessi, che acquisiranno la capacità di dialogare a testa alta».

Però tocca anche ai

professori trasmettere messaggi positivi.
«Infatti servono insegnanti capaci. Va fatta una selezione e quelli bravi devono essere pagati in modo adeguato. Loro sono determinanti per la formazione dei nostri giovani».

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