«Le scuole lombarde scelgano i prof che vogliono»

«Le scuole lombarde scelgano i prof che vogliono»

Dare la possibilità alle scuole di selezionare il personale docente sulla base di propri bandi. È questa l’idea della Regione Lombardia che lavorerà insieme al ministero dell’Istruzione per arrivare alla sottoscrizione di un’intesa che potrebbe essere estesa anche ad altre Regioni italiane. «La proposta della nostra giunta - spiega il presidente lombardo Roberto Formigoni - è che il quadro di questi bandi sia stabilito da un’intesa tra la Regione e lo Stato».
Per ora è stato dato soltanto il via agli incontri tecnici, ma il solo annuncio del progetto è bastato a scatenare le polemiche. Tra i primi a bocciare l’iniziativa interviene lo stesso ex ministro dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni. «Lo dico con affetto e stima: il ministro Profumo è un vero vulcano, una ne fa e cento ne pensa, ma qualche volta forse - spiega l’esponente del Pd - è necessario riflettere sulle priorità e sul metodo che è anche sostanza». La sua collega di partito Francesca Puglisi fa notare che la scuola «non è materia sulla quale esercitare la fantasia o una cavia su cui fare esperimenti e il Parlamento non ha dato alcuna delega per nuove sperimentazioni sul reclutamento degli insegnanti». La proposta di sperimentazione lombarda di chiamata diretta degli insegnanti secondo la Puglisi «è pura follia e incostituzionale».
I sindacati annunciano battaglia. Di «gravissima prevaricazione delle norme costituzionali» parla il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. Il sindacalista tiene a precisare che «le vere urgenze della scuola sono altre: definire un piano di stabilizzazioni, attribuire risorse e organici che restituiscano alla scuola la dignità compromessa dai tre anni di tagli operati dal precedente governo e rispondano all’aspettativa dei docenti precari». D’accordo sul fatto che le priorità sono altre anche il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. «Sono mesi - dice - che sul reclutamento si attende una precisa assunzione di iniziativa da parte del ministero. Ora apprendiamo che il ministro, mentre non riesce a mettere nero su bianco un suo progetto, si appresterebbe ad appoggiare quello, assai discutibile, di una non meglio precisata chiamata diretta, in nome di un malinteso federalismo che invadendo le competenze dello Stato».
Di parere opposto sono invece i genitori delle scuole cattoliche, che appoggiano il Pirellone. Secondo loro la novità aiuterebbe a dare maggiore autonomia ai singoli istituti scolatici e a liberalizzare il mondo della scuola. La nuova norma prevede, fra l’altro, che a titolo sperimentale le istituzioni scolastiche possono organizzare «concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi al fine di reclutare personale docente».
«Ogni dirigente scolastico - spiega Maria Grazia Colombo a nome dell’Agesc - deve affrontare situazioni differenti, soprattutto nel campo dell’ educazione.

È giusto, quindi, che possa scegliere, attenendosi ai criteri stabiliti dalla stessa Giunta regionale previa intesa con il Governo, le figure professionali che possono garantire le qualità più adatte al progetto didattico del proprio istituto».

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