Roma

Scuole poco sicure coi nonni al posto dei pizzardoni

«Con la prossima apertura delle scuole, le mamme e i papà degli alunni romani non vedranno più i vigili urbani fuori e dentro le scuole, ma al loro posto avranno un esercito di “nonni poliziotti”». Sarà questo, secondo l’Ospol, l’effetto del progetto «Un amico per la città» con cui il Campidoglio consegna un settore così delicato come quello della scuola e della sicurezza dei giovani, a un esercito di pensionati. Un esercito che indosserà casacche, esibirà palette (tutto fuori ordinanza) e dirigerà il traffico nei pressi degli istituti scolastici, all’entrata e all’uscita degli alunni dalle scuole di ogni grado, con il compito anche di vigilare affinché la delinquenza, e in special modo lo spaccio di droghe, stia alla larga dalle scuole di Roma.
Secondo il presidente dell’Ospol, Luigi Marucci, si tratta «dell’ennesima iniziativa fallace sul fronte della sicurezza che il Comune vara ai danni dei cittadini. Questi ultimi infatti vedranno i loro figli sempre meno sicuri nelle scuole pubbliche romane, affidati a volontari “nonni” mentre gli oltre seimila agenti municipali, con qualifiche di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza, restano relegati a compiti puramente amministrativi alla stregua degli impiegati comunali. E mentre si spendono denari pubblici la polizia municipale di Roma resta imbalsamata con un organico che oggi tocca i minimi storici (sotto di duemila unità), disarmata e male organizzata, venendo mobilitata, con forme di straordinario, solo per i grandi eventi come la Notte Bianca».
L’Ospol ricorda inoltre al sindaco Veltroni come nel suo primo mandato l’amministrazione parlò del «vigile amico», un’unità operativa da dislocare in tutti i plessi scolastici di Roma per dare una risposta seria all’espandersi dello spaccio di sostanze stupefacenti tra i giovani nelle scuole. «Su quel progetto - continua Marucci - calò un velo di silenzio: non fu finanziato, non fu organizzato e finì nel dimenticatoio degli assessorati capitolini». Un vero e proprio grido d’accusa quello del sindacato di categoria: «Basta con la spartizione, tra soggetti privati, dei compiti spettanti per legge alla polizia municipale (ausiliari del traffico, vigilanza privata, protezione civile fino ai “nonni poliziotti”). Rammentiamo agli amministratori capitolini che esiste un corpo di polizia municipale composto da oltre seimila uomini e donne in divisa che sono deputati, per legge, a svolgere quei compiti di sicurezza locale nella città». Il prossimo passo sarà la presentazione di un dossier agli organi giudiziari (oltre che alla Corte dei Conti) per denunciare come le funzioni del vigile urbano «siano state spezzettate, suddivise e affidate a soggetti privati pagati con denari pubblici.

In questo modo i cittadini pagano due volte: lo stipendio del vigile urbano e gli stipendi dei tanti ausiliari del traffico».

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