La «scure» di Battaglia continua a colpire

Antonella Aldrighetti

Il giro di vite sulla sanità regionale non si arresta. Le regole per la tutela della salute dei cittadini, a seguito dell’accordo integrativo di medicina generale stipulato con alcune sigle rappresentative del comparto, sono inequivocabili.
D’ora in poi lo scopo prioritario che insegue l’assessorato alla Sanità tenderà, oltre alla razionalizzazione delle prescrizioni farmaceutiche e specialistiche, anche a filtrare i ricoveri in ospedale, riducendoli. Come sarà possibile raggiungere questo risultato? Chi opererà il filtro necessario? Saranno proprio i medici di famiglia a stabilire quando è il caso di chiedere il ricovero, non sarà più il Pronto soccorso a stabilire la gravità della patologia come, di massima, era stato fino a oggi.
Dunque, come è stato per i farmaci, la giunta Marrazzo, va a imporre regole limitative e schemi fissi anche per i ricoveri. Già, ma per l’assessore Augusto Battaglia tirare la cinghia ha una sua giustificazione precisa: «L’appropriatezza e la razionalizzazione delle specialità - dichiara - sarà la garanzia di poter usufruire di cure più complesse e più costose».
Quanto all’impegno assunto dai medici di famiglia, in prima fila la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), a giudizio dell’assessore alla Sanità «consentirà, in linea con l’abbattimento del tasso di ospedalizzazione, di riconvertire o di chiudere alcuni poli ospedalieri là dove non ve ne sarà bisogno».
Il «peso» dei pazienti starà tutto sulle spalle del medico di medicina generale che però avrà la possibilità di «mettere in rete» le proprie risorse assieme ad altri colleghi con lo scopo di fornire peraltro, anche un servizio ventiquattro ore su ventiquattro grazie all’incremento di altre duecento guardie mediche in tutto il Lazio.
Un obiettivo tanto ambizioso quanto difficilmente realizzabile, almeno a sentire qualche sindacato che, diversamente dalla Fimmg, non è stato invitato neanche a sedersi al tavolo dell’accordo.
«L’assessore Battaglia ancora una volta ci esclude dal confronto sul riordino della rete ospedaliera e sull’impiego di particolari professioni sanitarie - chiosa il segretario regionale della Fials-Confsal Gianni Romano -. Siamo contrari all’assegnazione degli esami di laboratorio, di diagnostica per immagini al personale convenzionato privo di abilitazione specialistica come non riteniamo utile il taglio dei posti letto negli ospedali pubblici».
«Vorrei ricordare all’assessore - continua il sindacalista - che, ogni provvedimento che andrà ad emanare sul riordino della medicina di prossimità, prima di essere applicato, dovrà essere sottoposto al vaglio della conferenza dei sindaci e dei presidenti di municipi oltre che parti sociali».
Così come è stata delineata, la «politica al rientro» della giunta Marrazzo, avrebbe come denominatore comune il recupero del deficit sanitario che però non è in linea con le aspettative dell’opposizione regionale.


«Le azioni di recupero della spesa sanitaria non devono essere effettuate a carico del primo e più importante dei servizi sanitari, quello alla persona garantito dai medici di famiglia - è il commento secco di Stefano De Lillo (Forza Italia), vicepresidente della commissione sanità - un servizio strategico per ridurre i costi attraverso l’importante ruolo di prevenzione garantito dalla conoscenza diretta del paziente».
«Un accordo con i medici di famiglia - ha concluso l’esponente di Forza Italia - deve prevedere la più ampia analisi delle problematiche e la più ampia condivisione da parte di tutte le organizzazioni sindacali».

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