La scure di Moody’s si abbatte su Fiat

Inizia male la settimana che accompagnerà l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, verso alcune importanti scadenze: il Salone dell’auto di Ginevra, nella prima settimana di marzo; l’incontro collegiale organizzato dall’Acea, sempre a Ginevra, dove le case europee si leccheranno le ferite provocate dalla crisi mondiale.
Che l’inizio del 2009 fosse molto difficile, lo stesso Marchionne lo aveva messo in conto (il mercato auto è colato a picco), e la decisione presa ieri da Moody’s di riportare il rating di Fiat nel territorio dei «junk bond» (spazzatura) è la conferma. Per il titolo torinese, sotto stress da diverso tempo, è stata una nuova mazzata (meno 5,6% a 3,54 euro, con scambi pari al 3% del capitale), anche se in Europa c’è chi ha fatto peggio, come Renault e Porsche (entrambe hanno perso il 10%).
Il possibile declassamento del rating assegnato da Moody’s a Fiat era stato ventilato lo scorso 15 gennaio. Il taglio riguarda il rating sul debito a lungo termine, da Baa3 a Ba1, e quello sul debito a breve, da Prime-3 a «Not Prime». «L’intervento - spiegano dall’agenzia di rating - riflette il flusso di cassa significativamente negativo nell’esercizio 2008, che ha portato a un peggioramento sensibile nella flessibilità finanziaria, con un aumento del debito da 5,9 a 6,3 miliardi di euro». Il quadro delineato da Moody’s non lascia intravedere spiragli positivi: la situazione del mercato è vista difficile, con un significativo calo dei volumi attesi e limitate prospettive per una ripresa decisa nel 2010. Ecco perché l’agenzia stima che la redditività operativa e la generazione di cassa del Lingotto rimarranno molto deboli nel medio termine e, come conseguenza, che il tempo necessario per l’abbandono della categoria «spazzatura» e il ritorno al livello di «investment grade» richiederà più tempo.
Il rating Ba1, avverte Moody’s, continua a riflettere il forte recupero finanziario degli ultimi anni, un solido profilo industriale, con un’ampia offerta di prodotti e buone posizioni di mercato in diverse aree geografiche. L’outlook negativo, fa sempre notare Moody’s, deriva dalla pesante dipendenza di Fiat nei confronti del sostegno continuativo delle sue banche principali, in considerazione del rinnovo delle linee di credito a breve termine (un miliardo di euro), e tiene conto delle previsioni di un deciso peggioramento di Fiat nei suoi mercati chiave. Moody’s vede, infatti, un calo della domanda di auto e veicoli commerciali leggeri di circa il 40% nel primo trimestre del 2009. Per quanto riguarda l’Italia, del resto, il vero impatto degli incentivi alle rottamazioni è atteso tra aprile e giugno e il dato delle immatricolazioni di febbraio dovrebbe attestarsi a un meno 22-23%, stando alle indicazioni di ieri.


Il declassamento di Fiat è arrivato nel giorno in cui il cda ha varato un nuovo piano di incentivazione dei manager, che verrà sottoposto alla prossima assemblea del 27 marzo, secondo il quale Marchionne potrà ricevere diritti che gli consentiranno di ottenere fino a 2 milioni di azioni del Lingotto, su un totale di 8 milioni disponibili per l’operazione.
Il piano è fondato sull’attribuzione di diritti al raggiungimento di obiettivi prefissati per il 2009 e per il 2010, oltre che al mantenimento del rapporto professionale con il gruppo.

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