«Se avessi dedicato Vincere alla sinistra, l’avrei chiamato Perdere»

Cannes A guardarlo da vicino, le sue metamorfosi sono molteplici. Qualche anno fa era attorciliato su se stesso, sulla sua storia di famiglia complicata, sul suo rapporto con lo psicanalista Massimo Fagioli, sul suo modo di rintanarsi, ritrarsi, lesinarsi, sul suo modo di usare la cinepresa come un setting, su certe coriacee convinzioni politiche, su una visione tutta sua del cinema e del modo in cui la settima arte doveva comunicare «alle masse». Poi lui, in realtà, da vero uomo di sinistra, alle masse non ha mai pensato di rivolgersi. Restio e timidissimo un tempo, oggi si concede alle telecamere, alle situazioni glamour. Ha persino provato a candidarsi con i Radicali, qualche mese fa... Però ieri, al Festival del Cinema di Cannes, la metamorfosi di Marco Bellocchio che ha più colpito è stata quella politica. «Se al mio film Vincere avessi messo il titolo Perdere la sinistra si sarebbe più riconosciuta» ha spiegato ai giornalisti tra lo stupore di molti. E quella del regista è stata tutta una lezione di politica, prima di quella vera, sul cinema, che ha tenuto nel «tempio» della sala Bunuel. L’altra affermazione sorprendente riguardava la polemica con il ministro Sandro Bondi: «Non mi sento offeso dal fatto che il ministro Bondi non sia venuto, ma oltre a Draquila al Festival di Cannes c’era anche la mia lezione, il film di Luchetti e quello di Frammartino. Non capisco proprio questo atteggiamento. Poveretti il fatto è che chi sta al Governo pensa che il cinema sia comunista». Come quella sul film della Guzzanti: «Il film della Guzzanti non l’ho visto e quindi non posso averne una opinione, ma va detto che Berlusconi è stato eletto da una gran parte di italiani, questo deve far riflettere. Comunque l’attacco frontale al Cavaliere è ancora una volta fallito». Pazzesco. Deve essersene reso conto anche lui, che infatti poi ha aggiustato il tiro con un paragone Mussolini-Berlusconi: «Quando ho presentato Vincere, c’è stato chi, tra i giornalisti stranieri, ha fatto questo parallelo. Nel ’22 c’era un’atmosfera di terrore, oggi non è la stessa situazione, ma anche l’attuale maggioranza lavora molto sul terrore e si trova rassicurata da un uomo forte.

Mussolini si proponeva alla piccola borghesia e aveva solo il cinema come forma di controllo, ma la tv di oggi è diversa, ha capacità di controllo senza dittatura. Mussolini non si è arricchito, Berlusconi è il più ricco d’Europa». Mica si piò prendere congedo da se stessi in un giorno solo...

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