Caro direttore,
è giusto finanziare l'agricoltura? Certo, ci mancherebbe, elargire i sussidi agricoli è doveroso, ma agli agricoltori veramente bisognosi. Ahimè non sempre è così. La Ue ha elargito mezzo milione di euro alla regina Elisabetta per la sua fattoria a Sandringham (la regina del Regno Unito ha un patrimonio personale di 300 milioni di euro), il figlio Carlo ha ricevuto "solo" 200mila euro per le sue tenute, il duca di Westminster invece (7 miliardi di euro di patrimonio personale) ha ricevuto 540mila euro in sussidi. Nella lista dei beneficiari c'è anche il miliardario Abramovich, tra l'altro proprietario della squadra di calcio del Chelsea, con oltre 500mila euro di sussidio. Milioni di persone in Europa hanno perso il lavoro e con le loro tasse si finanziano le fattorie di miliardari con l'hobby dell'agricoltore: alla faccia dell'equità sociale! Ma che cacchio combinano a Bruxelles?
Giuseppe Diotto - Torino
E lei dimentica di dire, caro Diotto, che i sussidi dellagricoltura se li sono presi anche, fra gli altri, il principe Alberto di Monaco (300mila euro lanno), la multinazionale Nestlè (un milione di euro lanno), la Royal Dutch Shell e la Philip Morris. I sussidi per lagricoltura sono quasi metà del bilancio dellUnione Europea: 50miliardi di euro su 126 miliardi totali (esattamente il 46 per cento). Cioè significa che ogni cittadino europeo spende in media 100 euro lanno per la Pac, cioè la politica agricola comunitaria. In altre parole: una famigliola di quattro persone sacrifica quasi 400 euro lanno sullaltare dei lupini dolci e della fecola di patate. E il risultato qual è? Un disastro. Intanto perché questi soldi vengono per lo più utilizzati per mantenere alti i prezzi, e dunque per la nostra famigliola europea si tratta di una doppia beffa: paga 400 euro lanno per poter andare al supermercato e pagare insalata, albicocche e pomodori più del dovuto... Non vi pare assurdo? Se poi andiamo a spulciare fra i bilanci della Pac di questi ultimi anni, cè da sbizzarrirsi. Per esempio: a un certo punto è partito un programma di aiuti per il lino in Spagna. Nel giro di pochi mesi le coltivazioni di lino in Spagna si sono moltiplicate, crescendo del 500 per cento, con particolare concentrazione nella regione Castiglia-La Mancia. Appena hanno cominciato a produrlo, però, si sono accorti che il lino spagnolo, essendo di pessima qualità per le caratteristiche del terreno e dellambiente, non può essere usato per i vestiti. E allora dove è stata dirottata lingente e costosa produzione di lino? Nel concime. Ma sicuro: milioni di euro per concimare le barbabietole con il lino. Chissà se almeno sono venute fuori eleganti... Ma nel corso degli anni è stato finanziato un po di tutto: dai foraggi disidratati al «premio speciale bovini maschi vitelloni», dal «premio macellazione per le giovenche» al contributo per le vacche nutrici, fino ad arrivare allindennità speciale per ciascuna gallina che fa le uova nella Svezia settentrionale, con la giustificazione ufficiale che lassù (oh, che bella scoperta) fa molto freddo.
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