Se l’assessore ai cimiteri fa la festa alle coppie

Mettiamola così. Un bel cartoncino patinato, stampato per l’occasione, il simbolino del Comune in alto a sinistra e due fedi dorate che s’incrociano in alto a destra, sarebbe stato più fine. E anche se palazzo Tursi per far questo avesse speso qualche centinaio di euro di troppo, stavolta magari avremmo promesso volentieri di non andare a fargli le pulci. Come fare a criticare l’iniziativa di un’amministrazione che, chiudendo pure mezzo occhio sulla privacy, andava a curiosare nei suoi archivi dell’anagrafe per tirare fuori l’elenco dei genovesi che quest’anno festeggiano il traguardo delle nozze d’oro? Specie se lo scopo della ricerca era poi quello di mandar loro una bella comunicazione a casa, con un invito in cattedrale e poi a Palazzo Ducale per festeggiare insieme quei cinquant’anni di vita in... comune.
Un gesto gentile e squisito, che però bisogna anche saper porgere con il giusto tatto. Per essere espliciti: non è che un imprenditore di successo nel campo delle onoranze funebri non abbia il diritto di fare gli auguri di compleanno a un’anziana signora, ma certo non sarebbe chic da parte sua mandarli su carta intestata dell’azienda, o allegare al mazzo di fiori un biglietto da visita. Invece l’assessore Gianfranco Tiezzi sceglie un A4 dell’ufficio per scrivere ai non più ventenni coniugi e certamente non fa caso al fatto che l’intestazione è quella dell’«assessorato ai servizi civici e cimiteriali».

Per carità, anche il fatto che il Comune abbia deciso di fare la festa a chi festeggia le nozze d’oro in novembre non deve dare spazio alle malignità. In fondo anche i superstiziosi lo sanno, una lettera così, allunga la vita.

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