Ferruccio Repetti
«Guardi che a me genovese non me lha mai detto nessuno. Io la denuncio!»: è sbottato così il signor Gaspare Solari, appena venuto a conoscenza di quanto aveva osato dire - in pubblico, per giunta, allinterno della frequentatissima bocciofila del Plodio! - il noto commercialista di Carcare, Pier Carlo Longhi. Con cui, a dire il vero, da tempo Solari ha in corso una questione di diritto di passaggio che ha avvelenato i rapporti reciproci ed è sconfinata in aperta contrapposizione legale e verbale. Fino a degenerare - sostiene adesso Solari, tramite lavvocato cairese Nella Giovanna Ferrari che lassiste - in vera e propria offesa dellonore. A tanto si sarebbe spinto il commercialista che già non vuol concedere a Solari e famiglia il transito su un proprio terreno in località Binestrelli di Dego, e inoltre - «summa iniuria», sottolineano alcuni legulei del foro locale - si permette di apostrofare la controparte con lepiteto di «genovese». «Ma come si permette? - si domanda, stupefatto, lavvocato Ferrari - Il mio cliente, a Genova ci abita soltanto, mica cè nato».
In altri tempi, i tempi del dantesco «Genovesi, uomini diversi», loffesa si sarebbe risolta in duello dietro il convento delle Carmelitane (in subordine, anche nei locali della bocciofila). Oggi, sempre offesa è, evidentemente gravissima, eppure fortunatamente solvibile in tribunale, dove il commercialista sarà chiamato a rispondere del reato di diffamazione. Lha definita così lavvocato Ferrari: «Dare del genovese a qualcuno, e addirittura nei locali del Plodio - sostiene, codici alla mano - costituisce reato molto grave che offende gravemente lonore dei miei assistiti. Per questo - conclude la lettera a Longhi del patrocinatore dei Solari - con la presente sono a rivolgerle formale diffida dal reiterare la condotta di cui sopra». Pare che il commercialista, appena aperta la busta, sia caduto dalle nuvole rischiando il coccolone: «È tutto un equivoco - si è affrettato a spiegare -. Sì, ricordo daver pronunciato quelle frasi la scorsa primavera, e daver parlato dei Solari definendoli genovesi in quanto vivono a Genova. Ma non avevo nessuna intenzione di offendere. E poi, che cè di male a dare del genovese a qualcuno?». Già, che cè di male? Va be che la città, di questi tempi - vero, sindaco Pericu? - non se la passa proprio alla grande, altrettanto vero che aveva cominciato il Gran Padre Dante a denigrare e gli hanno anche fatto i complimenti. Ma da qui a dire che se mi danno del genovese moffendo, via, pare troppo anche a chi ha quella faccia un po così e quellespressione un po così. Come Solari, da quando ha visto Genova. E gli è sembrata talmente brutta che cè rimasto.
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