Se Milano la prende con filosofia

C’è ancora spazio per i filosofi nella società contemporanea? Tra liti politiche, disoccupazione, smog, odio interetnico e la tv del Grande Fratello è ancora possibile sognare una città ideale come quella preconizzata da Platone nella sua Repubblica? L’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer è convinto di sì e lancia a Palazzo Reale una di quelle manifestazioni che più gli sono congeniali fin da quando aveva iniziato a dirigere gli incontri domenicali in Galleria ospitando autori internazionali sui temi più variegati. «Filosofia mon amour» è un ciclo di appuntamenti che ospita, a partire da oggi fino a gennaio inoltrato, intellettuali che hanno pubblicato saggi su argomenti che spaziano dall’etica all’estetica fino al delicato rapporto tra filosofia e religione. Emblematico il titolo di Ermanno Bencivenga che apre gli incontri oggi alle 18: «La filosofia come strumento di liberazione». Tema impegnativo e spinoso nella società dei consumi anche perchè, per cominciare a liberarsi, bisogna volerlo. «Ma la filosofia serve proprio a questo - dice Finazzer - a fare domande anticonformiste e a stimolare un pensiero che inviti a rischiare al di là delle barriere mentali. Questa città ne ha particolarmente bisogno poichè vive un impasse su temi molo importanti per l’uomo, come la relazione di coppia, il rapporto con la diversità, l’economia e la spiritualità. Oggi a Milano, ad esempio, si parla poco di economia politica e il risultato è una politica superficiale e un’economia che, anzichè essere al servizio dell’uomo, la fa da padrona. Su molti di questi aspetti risponderanno gli autori selezionati in rapporto a quesiti della contemporaneità. Il 10 novembre sarà il turno di Stefano Zecchi che presenterà il suo «Quando ci batteva forte il cuore», un tema che riguarda il problema immigrazione. Gli incontri successivi ospiteranno, nella nuova sala conferenze di Palazzo Reale, Massimo Donà («Un'avventura senza fine»), Giovanni Reale (Commento al Vangelo di san Giovanni di Sant'Agostino), Enzo Restagno («Ravel e l'anima delle cose»), Silvano Petrosino («Vita e Parola. La mia Opera» di Raimon Panikkar), Carlo Sini («La materia della storia.

Prassi e conoscenza in Jean-Paul Sartre» di Florinda Cambria), Salvatore Natoli («Il buon uso del mondo»), Armando Massarenti («Dizionario delle idee non comuni»), e infine Salvatore Veca («Etica e verità. Saggi brevi»).

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