nostro inviato ad Appiano Gentile
Intanto restiamo sul pezzo: la coppa Italia, stasera, San Siro ore 20.45, Inter-Juventus. José Mourinho ha detto che adesso allimprovviso conta e non ha fatto mistero del motivo. Ha spiegato che conta perché è lunica possibilità di vincere qualcosa in Italia. Mal interpretato? «Non so dire se sia finito latteggiamento di snobbare la coppa Italia - ha detto -, o ci sia la consapevolezza che per vincere qualcosa la coppa possa essere lunica porta». Andando ancora più a fondo, significa che se cè una squadra che cannibalizza il campionato, non ci sono altre strade, quindi la coppa Italia conta grazie allInter. Diventa sempre più simpatico?
Ha dato anche una motivazione in più agli avversari di questa sera: «La Juventus è in Europa League, ma se anche dovesse vincerla avrà il sapore di una coppa non sua. Chi parte per vincere la Champions non può accontentarsi di vincere lEuropa League». Sta facendo esplodere gli indici di gradimento?
Lui è questo: «Ho detto che questo resta il vostro campionato perché questo è e sarà sempre il vostro campionato, non il mio. Il mio è quello portoghese anche se non ci sono da diversi anni. Quando andrò via, fra un anno, due o dieci, questo campionato resterà il vostro e quindi credo siate voi quelli che devono pretendere sia il migliore. Adesso è il mio e pretendo sia il migliore». Questa è stata una specie di risposta chiarificatrice a chi subito lo ha tacciato di essere un emerito opportunista senza sentimenti: «No, questo no - ha precisato -, mi sono arrivati tantissimi messaggi di auguri per il mio compleanno che proprio non mi aspettavo. Assieme mi è anche arrivato un deferimento sul quale non mi pronuncio perché dovrò andare a parlare con queste persone e non mi sembra giusto rilasciare dichiarazioni in merito. Sapevo che applauso più espulsione significa due giornate per Sneijder. Ma nel finale ho visto Borriello che ne ha dette tante a Rocchi e larbitro gli ha fatto due carezze... Lì mi sono proprio commosso».
Sul derby ha chiuso lì. Sulla Juventus e Ferrara ha raccontato quello che ha capito e come la pensa: «Tutti gli allenatori nella loro carriera attraversano momenti difficili, in questo momento Ferrara non vive una situazione facile, però in Italia un allenatore che inizia e finisce il campionato sulla stessa panchina non è un allenatore, ma un eroe. Se io guardo al momento in cui sono arrivato in Italia, non so dire quanti allenatori sono rimasti: io, Gasperini, Prandelli, Allegri, solo noi siamo alla guida della stessa squadra. In un anno e mezzo solo quattro di noi sono rimasti alla guida della stessa squadra, incredibile. A me piace ogni tanto parlare con il signor Arrigo Sacchi e quando lui dice che in Italia è molto difficile per un allenatore innovare, intende dire che in Italia un allenatore deve sopravvivere, non innovare. E questa è una cosa incredibile. Di chi è la colpa? Non lo so, ma sicuramente non sarà colpa degli allenatori, perché hanno qualità e sono bravi. Alcune squadre hanno cambiato allenatore tre o quattro volte perché nel calcio italiano ci sono tanti soldi e i club ne possono pagare quattro o cinque alla volta».
Dopo aver ricevuto la massima onorificenza dai giocatori con lOscar, dopo aver sistemato il suo rapporto con la categoria, si è dedicato ai tifosi: «Non mi piace quando scandiscono il mio nome. Mi sono rivolto a loro, è vero, ma vedevo la squadra in difficoltà a fine partita e chiedevo ai tifosi di incitare i giocatori, non me, io non ne ho bisogno. Adesso direte che sto diventando lallenatore dei tifosi... Io come Helenio Herrera? In tanti hanno vinto un campionato allInter, uno solo ha vinto la coppa dei Campioni». Ma José ha capito che sta sfondando a tutti i livelli, va via col burro, gli spigoli diventano curve dolci, la squadra gli è fedele, compatta: «Balotelli? Era avvilito in panchina, lo capisco, fuori nel derby per mia decisione. Adesso gioca, non per turn over ma per meriti. Si è allenato bene, quando è entrato in campo mi ha dato una risposta positiva, mi sono bastati pochi minuti per capirlo».
Poi tanta Juve: «Giocarci contro è sempre una cosa speciale. Qui poi non ci sono differenze di punti in classifica, si parte alla pari, loro hanno le medesime possibilità che abbiano noi. Io gioco per vincere, Ferrara gioca per vincere».
Formazione ribaltata dalle sanzioni disciplinari: «Volevo far riposare sia Sneijder sia Lucio, ma non li avrò col Parma in campionato, quindi giocano. Etoo cè ma devo valutare le sue condizioni, siamo in pochi, non posso lasciarlo riposare e adesso deve iniziare a dare qualcosa anche a noi».
A margine, ma non troppo, una dichiarazione della signora Bedy Moratti, sorella del presidente: «Mai parlato di complotto allInter. Nessuno lo ha mai fatto perché per dire certe cose occorrono delle prove. Quello che sta succedendo oggi non ha nulla a che fare con Calciopoli». A margine, ma non troppo.
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