Gian Battista Bozzo
Mentre persino il serissimo Tommaso Padoa-Schioppa saffida alla magia del pallone per la ripresa delleconomia, una domanda si affaccia inquietante: e se invece Germania e Francia, eliminate luna dopo laltra dalla nostra nazionale di calcio, si godessero una fredda vendetta autunnale, quando la legge finanziaria sarà oggetto di attenta valutazione da parte dei ministri finanziari europei?
Molti non lo sanno, ma allEcofin le risoluzioni sono messe ai voti. Il voto è ponderato, e Francia e Germania, così come lItalia, hanno quello più pesante. Unallenza franco-tedesca, con a fianco Paesi tradizionalmente rigoristi come lOlanda e la Spagna (altre grandi deluse del mondiale), potrebbe facilmente bocciare il piano di risanamento italiano; oppure potrebbe rifiutare al governo italiano quellanno in più per il rientro sotto il 3% che potrebbe evitare al nostro Paese una vera e propria stangata fiscale. I ministri delle Finanze francese e tedesco, Thierry Breton e Peer Steinbruck, potrebbero così vendicare Zizou Zidane e Michael Ballack, sconfitti sul campo dagli azzurri.
Il nostro Paese, in realtà, potrebbe far valere un credito importante nei confronti di Parigi e Berlino sulle questioni riguardanti i conti pubblici. Nel novembre 2003, sotto presidenza di turno italiana, Giulio Tremonti riuscì a far approvare dallEcofin la decisione di congelare lapplicazione della procedura antideficit nei confronti di Francia e Germania, da tempo inadempienti per quanto riguarda la regola del 3%. Da allora, però, è passata molta acqua sotto i ponti, e Tremonti non è più al suo posto per poter riscuotere il credito. Anche i ministri finanziari di Parigi e Berlino sono cambiati, e la delusione per landamento del mondiale di calcio potrebbe prevalere sulla riconoscenza.
Da quel 2003, le cose non sono poi cambiate molto. Francia e Germania, così come lItalia e il Portogallo, hanno deficit ancora superiori al 3% del Pil.
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