E così Patrizia D’Addario ha ritrattato il suo racconto entrato di prepotenza, un paio di anni orsono, nella letteratura mignottesca. Storia di amplessi notturni a Palazzo Grazioli, dimora romana di Silvio Berlusconi, attorno alla quale fu costruito uno scandalo mediatico ricco di forzature e con qualche incognita. La protagonista rivelò i dettagli dei suoi incontri al Corriere della Sera (addirittura) e per rendersi credibile esibì le prove: la registrazione, mediante cellulare, delle performance.
Strano, commentammo, che una gentile signora abbia immortalato le sue prodezze a letto col premier: a quale pro? Probabilmente perché aveva intenzione di usare il filmato acquisito per scopi poco nobili: incastrare il Cavaliere, ricattarlo, insomma trarre dei benefici economici diretti. O indiretti, nell’eventualità che avesse agito su commissione, stimolata da un mandante. Sia come sia, gli effetti dell’operazione spionistica da materasso furono devastanti per la reputazione e l’immagine di Silvio Berlusconi. A distanza di tanto tempo, contrordine compagni. Madame Patrizia si è confessata a Cristiana Lodi, inviata extralusso di Libero, e ha sputato il rospo con la stessa disinvoltura con cui - a suo dire - l’aveva ingoiato dietro insistenze di vari personaggi interessati a sputtanare il capo del governo.
«Fui costretta - afferma oggi - a fare ciò che feci dietro pressioni di gente ingannatrice». Questa la sintesi della ritrattazione. Il dilemma a questo punto è: bere la seconda versione come bevemmo la prima? Giudichi il lettore. Noi aggiungiamo solo una chiosa. Quando la D’Addario narrò i fatti al Corriere della Sera e ad Annozero (di Michele Santoro), le sue parole furono prese quale oro colato, e lei venne promossa eroina sul campo, lodata da politici di sinistra e scribi di area, cioè l’ottanta per cento degli iscritti all’Ordine.
E adesso che si è rimangiata tutto, e dichiara di essere stata vittima di subornatori e subornatrici che la indussero a mentire? Gli stessi che la portarono in palmo di mano e le spalancarono l’uscio della notorietà, la liquideranno con una alzata di spalle: diranno che è indegna di essere ascoltata. E calerà il silenzio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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