Il mercato dice che Paola Cortellesi guadagna più di Sergio Marchionne. Possibile? Possibile. Perché il mercato comanda e ha statabilito che il compenso della comica conduttrice della nuova edizione di Zelig sia di 65mila euro a puntata. Tanti per troppi. Invece sono tanti soltanto per coloro che ritengono folle che un top manager come l’amministratore della Fiat percepiscaun compenso di tre milioni di euro all’anno più premi vari. Sono molti soldi, certo. Però il loro valore dipende da quanto producono all’azienda per la qualche lavora. Lo stesso vale per la Cortellesi: lavorando sette giorni su sette per 12 ore al giorno, la comica romana guadagnerebbe 773 euro all’ora. Con lo stesso impegno e con gli stessi criteri (sette giorni su sette per 12 ore al giorno) Marchionne prende 655 euro all’ora. I numeri nascondono l’ipocrisia di chi si scandalizza degli stipendi troppo alti. Perché sulla carta la vera follia sarebbe quella di pagare una conduttrice di un programma televisivo più del più importante manager dell’industria italiana. E invece il compenso di Paola Cortellesi aiuta a smitizzare la retorica fatta su Marchionne. C’è una trattativa tra un professionista e un’azienda: quest’ultima fa considerazioni economiche precise, tipo quanto è brava la Cortellesi? Tanto. E quanto quel tanto si trasforma in audience? Presumibilmente molto. E quanto quel presumibilmente molto porta di pubblicità? Tanto, di nuovo. Nessuno regala niente, nessuno paga di più senza un motivo preciso e un interesse altrettanto preciso. Il compenso della Cortellesi è alto, forse di più di quanto si potesse immaginare, ma non può scandalizzare nessuno. Certo che se uno lo prende dal versante populista fa arrossire chi si batte per i diritti dei lavoratori, imbarazza la categoria degli attori, dei registi, dei personaggi di cinema e tv che piangono per i tagli alla cultura e allo spettacolo, ma non si mettono mai la mano sulla coscienza. Col populismo si può andare dappertutto senza sbagliare mai agli occhi della massa, ma in realtà non ci si muove di un metro. La Cortellesi prende quello che Mediaset ha stabilito che lei valga. Punto. Non deve tagliarsi il compenso, non deve rinunciare a un solo centesimo del cachet. Lei è una lavoratrice che ha firmato un accordo con un’azienda privata: non ruba niente, anzi fa guadagnare e facendo guadagnare dà di fatto opportunità di lavoro più o meno dirette ad altre persone. D’altronde non c’era stata una polemica smontata a prescindere sullo stipendio di Michele Santoro? A preciso appunto sul suo compenso il conduttore di Annozero replicò dicendo che dalla sua trasmissione la Rai guadagnava moltissimo, ergo i suoi soldi erano ben pagati. Verissimo. Ecco, deve valere per Paola Cortellesi che non lavora nel servizio pubblico e soprattutto deve valere per Sergio Marchionne. Perché lo scandalo più o meno accennato alla divulgazione del suo stipendio adesso ha meno senso di prima. Perché il presupposto per cui chi prende troppi soldi sia cattivo sempre e comunque non può reggere più, perché chi si scandalizza per stipendi e stock options e prebende varie deve accettare che c’è un mercato e il mercato fa tutto.
Altrimenti torniamo indietro. A quando non si stava meglio, a quando i managernon si chiamavano manager ma guadagnavano tanto lo stesso, a quando i personaggi tv non erano così ricchi, ma erano ricchi lo stesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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