(...) intervenuta sui motivi che sono alla base di una maggior robustezza richiesta alle Frau acquistate in Regione. Una di queste deve essere occupata dal vicepresidente dell'assemblea legislativa ligure, Rosario Monteleone. Sovrappeso, certo. Anzi, obeso, come lui stesso dichiara al tribunale.
Non è questo il punto. Davanti al giudice c'è da stabilire perché Rosario Monteleone abbia superato ogni taglia conformata. E la Cassazione non ha dubbi: tutta colpa del corriere espresso. Proprio tutta colpa, al cento per cento, sia chiaro. Perché quello che è uno dei leader della Magherita Ligure lavorava alla Transcoop spa, poi Sda Express Courier. No, la colpa della società di spedizioni non è quella di averlo lasciato seduto a una scrivania invece di mandarlo a piedi a fare consegne. Tutt'altro. È piuttosto quella di non avergli dato una scrivania adeguata. E, visto che i problemi sono iniziati successivamente, «inadeguata» non è da intendersi in senso materiale. Non è questione di dimensioni, insomma.
A Monteleone «erano state attribuite mansioni inferiori rispetto a quelle svolte e contenute nella stessa lettera di assunzione, con un illegittimo provvedimento di dequalificazione». Questo è il punto evidenziato dal ricorso fatto dal vicepresidente del consiglio regionale. Ed è anche quello che, in diverse sentenze, hanno dichiarato i giudici di primo e secondo grado.
In appello, siamo ancora nel 1998, a Monteleone era stato riconosciuto un risarcimento danni di 174 milioni e 250mila lire. Più naturalmente il diritto al reintegro con mansioni di secondo livello, già stabilito in primo grado. Perché tanti soldi? Perché un risarcimento danni? Perché una perizia aveva dimostrato che «il Monteleone era affetto da sindrome ansiosa depressiva e da obesità, con conseguente danno alla salute quantificato nel 50 per cento dell'invalidità, di cui il 25 per cento attribuito a causa lavorativa e in particolare all'intimato licenziamento del 1995». Il dipendente degradato e licenziato aveva dimostrato di essere stato «costretto a una pesantissima terapia farmacologica».
In appello però il risarcimento danni era stato dimezzato rispetto ai 350 milioni circa cui Monteleone avrebbe avuto diritto per l'invalidità al 50 per cento. Perché secondo i giudici le vessazioni sul lavoro erano una «concausa» dell'obesità. C'era anche una «predisposizione fisica» del lavoratore a ingrassare. Che non era obeso, ma era pronto a diventarlo. Metà colpa della tagliatella, metà dell'espresso. Una sentenza che la Cassazione ha disintegrato. Insomma, cosa c'entra se uno è pronto a ingrassare? Chi è che ha scatenato le disfunzioni? Chi è che ha fatto saltare la bilancia? Tutto è iniziato con il licenziamento, e prima di quello Monteleone non era il Monteleone di oggi.
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