Se il segretario padrone di case chiede al Paese di vivere in affitto

MilanoSarà che la puzza di sfratto se la sente addosso da mesi, ma Dario Franceschini ne ha sparata un’altra delle sue: «In Italia - ha detto - c’è il culto della proprietà della casa, un culto tutto italiano». E fin qui si può anche essere d’accordo, visto che secondo le statistiche consolidate circa l’85% degli italiani ha un’abitazione di proprietà, anche se non sempre ci vive. Ma il problema è che, secondo Franceschini, la casa di proprietà è la «morte» della mobilità sociale. «Se devi cambiare lavoro, magari farne uno migliore in un’altra città, non ci vai perché hai la casa di proprietà. Ecco perché bisogna mettere risorse per incentivare l’affitto, non la proprietà, in modo da aiutare la mobilità sociale».
Strano, perché Franceschini, di case di proprietà ne ha due: una a Ferrara (sua città natale, intestata alla moglie) e una a Roma, come si legge dalla dichiarazione dei redditi presentata nel 2008 con un reddito da 220.419 euro, un Suzuki Wagoner, una Fiat Idea e 100 azioni della Cassa di risparmio di Ferrara. Però la casa romana non è proprio un alloggio solo per la stancante vita del parlamentare romano. No, no. Come riportato da alcuni giornali lo scorso settembre, è un bell’appartamento su due piani in via degli Avignonesi 18, in pieno centro storico, composto da otto vani: un ingresso-disimpegno, quattro camere e due bagni al piano terzo, più camera, cameretta, cucina, soffitta e terrazzo a livello al piano superiore. Una modesta magione a due passi da piazza Barberini e parallela a via del Tritone, lo stradone che sbuca a Palazzo Chigi.

Per averla, Dario ha firmato un mutuo da un milione di euro e spiccioli. Siamo alle solite battaglie di retroguardia, buone per solleticare i soliti radical chic alla vigilia del voto. Prima che Franceschini, quella «mobilità» dalla poltrona di segretario Pd, la viva in prima persona.

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