Se la storia del cinema francese passa per «le Mani»

Se la storia del cinema francese passa per «le Mani»

Grande lutto a Parigi, capitale bohemienne e fascinosa della Nouvelle Vague, che ha appena perso uno dei maestri del cinema francese: Claude Chabrol, cineasta, regista e produttore dalle felici intuizioni, una per tutte quella di aver lanciato la poliedrica e affascinate Isabelle Huppert, che con Chabrol ha lavorato a diversi film, da Violette Noziere a Madame Bovary, considerati autentici capolavori dalla critica e dal pubblico.
Se la Huppert viene notata nel 1976 con La merlettaia (La dentellière) è proprio grazie a Violette Nozière, del 1978, che afferma la propria capacità di saper interpretare ruoli autenticamente unici: «sono le pellicole di Chabrol che fissano i gesti, i “tropismi“, le intuizioni più felici che la Huppert matura e vive sulla propria pelle, sul volto intenso, nel fisico asciutto. Perché la straordinaria capacità di questa attrice - come suggerisce Elfriede Jelinek - è che non si limita a rappresentare, ma “è”».
Questo il giudizio, sintetico e puntuale di uno saggio, scorrevole e piacevole, dedicato a Isabelle Huppert, «Isabelle Huppert. La seduzione ambigua», pubblicato da Le Mani editore, a cura di Deborah Toschi.
La piccola casa editrice di Recco non è nuova al mondo del cinema: nel 1993 esce «Le carte del western. Percorsi di un genere cinematografico» di Jean-Louis Leutrat e Suzanne Liandrat-Guigues, che raccoglie l'immediato consenso dal settore editoriale.
Da allora Le Mani non ha mai smesso di pubblicare libri dedicati al cinema e ai suoi interpreti più noti, partendo dai più illustri: sono del 1994 «Orson Welles» di Marco Salotti, e sempre sulla scia del western classico «John Ford» di Jean-Loup Bourget e la monografia «John Wayne mio padre», della figlia Aissa, a cura di Steve Delsohn.
Lo stesso anno vengono pubblicati i primi libri, rigorosamente per genere, sulla Storia del cinema: l'horror di Renato Venturelli e il western di Aldo Viganò danno il via a una serie che viene premiata nel 1996 con il premio Diego Fabbri dall’Ente dello Spettacolo di Roma.
È proprio del 1997 il saggio «Claude Chabrol» di Aldo Viganò, dedicato al grande del cinema internazionale appena scomparso: di lui Viganò analizza esaurientemente e per la prima volta anche i film inediti in Italia e l’intera produzione televisiva, individuando nel regista il «consapevole erede dei grandi maestri del cinema classico», quali Lang, Hitchcock e Lubitsch e nella sua quarantennale esperienza cinematografica «la precisa traccia di un’unità stilistica che lo fa oggi riconoscere come uno dei grandi registi francesi».
Negli anni all’interno della collana dedicata al cinema Le Mani ha creato diverse linee dedicate ai registi, all’analisi dei film e ai saggi, quali «Il cinema in prospettiva» di Jean-Louis Leutrat, «Il cinema e il sacro», di Alessandro Cappabianca, e «Hollywood 2000 - Generi e temi e autori», a cura di Leonardo Gandini e Roy Menarini.
Per ben due anni, nel 1997 e nel 2003, Le Mani editore riceve il premio Filmcritica Umberto Barbaro e nel 2001 inizia una collaborazione con la Cineteca di Bologna, che dal 2001 al 2006 porta alla coedizione di 14 saggi, tra cui «Le Dive del silenzio» e, per il Progetto Chaplin, «Limelight-Luci della ribalta», «Alla ricerca di Charlie Chaplin» e «Chaplin e l’immagine».
Nel 2000 nasce Cinergie, pubblicazione periodica semestrale, nell'ambito dell'Ateneo di Udine e in stretto contatto con il Convegno Internazionale del Cinema, ospitato ogni anno proprio a Udine e con il Dams di Gorizia: ispirata al tema del rapporto tra cinema e altre forme d’arte, le 13 pubblicazioni offrono un itinerario ideale partendo dalle immagini in movimento e collegandosi alla storia del cinema e alle relazioni che si intrecciano - ieri e oggi - tra forme espressive diverse.


Sono molteplici le iniziative che la casa editrice di Recco ha dedicato al cinema: ultima ma non meno importante è l’omaggio annuale di Renato Venturelli che dal 2005, con la serie «Cinema e generi» ha affrontato i grandi generi del cinema, portando alla luce l’incontro-scontro tra industria e mito, autore e spettacolo, ricerca formale e grande pubblico: «Come mai l’horror è tornato di moda? Che cosa significa il nuovo rilancio dei film d’avventure marinare? Quali trasformazioni profonde si agitano sotto le superfici digitali del cinema action?». Questi, e non solo, i quesiti a cui gli autori de Le Mani intendono rispondere nei loro libri.

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