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Se il viaggio parte da Firenze...

di Daniela Fedi

Ci sono buone probabilità che questo sia un Pitti memorabile, il primo dopo tanti anni noiosi come la pioggia fuori stagione di questi giorni. A dirlo non sono tanto gli addetti ai lavori della moda giustamente spaventati dal perdurare della crisi economica, quanto gli esperti di politica e di dietrologia che finalmente han qualcosa su cui discutere.
Si dice infatti che stamattina Matteo Renzi oltre a inaugurare l'edizione numero 86 del prestigioso Salone della moda maschile e la mostra Florence and Fashion di Vogue Italia, lancerà la proposta di una legge sul made in Italy. Come al solito tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, ma senza dubbio qualcosa si sta muovendo a livello governativo per sostenere seriamente un settore che tutti dovremmo considerare come il petrolio del nostro Paese.
Esemplare in questo senso il comportamento di Carlo Calenda, viceministro dello Sviluppo Economico che ha sostenuto con due milioni di euro Firenze Hometown of fashion, il progetto lanciato da Stefano Ricci per festeggiare i 60 anni del Centro di Firenze per la Moda Italiana con quattro giornate (da ieri fino al 20 giugno) di eventi straordinari. Un po' meno esemplare il sistema operativo di Pitti Immagine che insiste a chiamarci Janet Prescott ringraziandoci sentitamente per la conferma della nostra presenza alla cerimonia che tra l'altro si svolgerà nel Salone del Cinquecento a Palazzo Vecchio invece che nella storica sede della Fortezza da Basso per dar modo al premier di presenziare anche all'inaugurazione della mostra di Vogue fortissimamente voluta da «Nostra signora dello stile», Franca Sozzani. Se fosse come la cattivissima Miranda Prestley de Il Diavolo veste Prada ne vedremmo delle belle perché sull'invito all'evento spedito via mail, c'è scritto «lunedì 17 giugno 2014». Ma lei non è così anche se le piace farlo pensare, la sua «cattiveria» contempla con intelligenza la possibilità dell'errore umano. Ciò che non tollera proprio è la banalità e su questo la moda negli ultimi tempi almeno sul fronte delle ispirazioni non sembra messa troppo bene.
Tanto per dare un'idea la maggior parte degli oltre mille espositori della mastodontica manifestazione si sono come al solito ispirati al tema del viaggio. Il bello è che il popolo della moda non vuole più chiamare né etnico né folk questo eterno ritorno dell'altrove pur essendo comunque la traduzione di usi e costumi lontani nel linguaggio di casa. Non mancano comunque le eccezioni, come quella di Happiness, storico brand di T-Shirt che in occasione del 450esimo anniversario della scomparsa di Michelangelo presenta la capsule Happiness for Michelangelo, nata in collaborazione con Casa Buonarroti, l'associazione cultuare Metamorfosi e l'agenzia internazionale di licensing CPLG.

È la prima volta che il genio del Rinascimento diventa moda e per festeggiare l'occasione i titolari dell'azienda hanno organizzato una visita notturna della casa dell'artista con una guida di eccezione: Vittorio Sgarbi.

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