Se il Vittoriano diventa il Vittoriale del Vate

Et voilà. Il Vittoriano diventa Vittoriale: povero Walter, perfino gli articoli che ne commemorano il cadavere politico non perdonano più nulla e ci finisce anche il refuso che non t’aspetti. La firma è autorevole, poi: Filippo Ceccarelli che a pagina 9 di Repubblica del 18 febbraio parlava dello «sbullonamento del modello Roma e la caduta di tante idee brillanti che l’avevano inorgoglito perfino all’estero. Via l’ascensore dal Vittoriale, via i menu etnici dalle scuole» e via elencando. Ma il diavoletto che stavolta non si nascondeva in tipografia bensì in redazione ha colpito. Il Vittoriale è la residenza di Gabriele d’Annunzio a Gardone Riviera sul lago di Garda. Quella che il Vate donò agli italiani dopo la sua morte, avvenuta nel 1938, e oggi diventata museo. Tutt’altro, caro Ceccarelli, dal Vittoriano, altrimenti detto Altare della Patria o monumento al Milite ignoto situato nel pieno centro della Città Eterna. Sì, vabbè, si sbaglia. Tutti sbagliano. E, a ben vedere, sono in molti a scambiare il Vittoriano per il Vittoriale. Il problema è un altro: i molti errori recenti di Repubblica.

Il quotidiano romano ha scritto che «Catilina fece senatore il suo cavallo», operazione a carico invece di Caligola, di mestiere imperatore, non congiurato. E che Smirne si trova in Grecia mentre è città della Repubblica di Turchia... Mamma li turchi, che Repubblica!

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