La Sea aumenta l’utile anche senza l’Alitalia

Nel pieno di un anno di crisi profonda per il trasporto aereo (che a livello globale ha perso 9,4 miliardi di dollari), la Sea - la società di cui è maggiore azionista il Comune di Milano, che gestisce gli aeroporti di Linate e di Malpensa - è riuscita a chiudere il bilancio con un utile in crescita e con risultati industriali in recupero. Basta qualche dato per capire quanto sia stata straordinaria l’attività del management guidato da Giuseppe Bonomi: rispetto al 2008, i passeggeri e le merci trasportati da Alitalia su Malpensa sono diminuiti rispettivamente di 3,3 milioni (meno 68%) e di 106mila tonnellate (meno 91,5%). L’azione della Sea ha permesso di recuperare 1,6 milioni di passeggeri e circa 66 mila tonnellate di merci, raggiungendo a fine anno sullo scalo i 17,4 milioni di passeggeri (meno 8,8%) e 334 mila tonnellate cargo (meno 17,3%). Considerando anche Linate, il gruppo Sea nel 2009 ha gestito un traffico totale di 25,6 milioni di passeggeri (meno 9,3%) e di 347mila tonnellate di merci (meno 17,2%).
Com’è riuscita la Sea a contenere il danno? Tre, sostanzialmente, le azioni: favorendo, in primo luogo, la nascita di Lufthansa Italia, che ha creato un network di medio raggio da mettere al servizio, in un futuro ancora non ben precisato, di un sistema «hub&spoke» di cui Malpensa, dopo il ritiro di Alitalia, è orfana (Lufthansa, a sua volta, ha sofferto in Italia per la perdita del partner Air One, finito nel gruppo Alitalia); assecondando, in secondo luogo, la crescita della compagnia «low fare» EasyJet, che approfittando degli spazi di mercato creatisi, ha aumentato la sua presenza fino a diventare - con 4,6 milioni di passeggeri, 350 frequenze settimanali, 44 destinazioni nazionali e internazionali - il primo vettore presente a Malpensa, che a sua volta è diventato il primo scalo continentale per la compagnia; infine, la Sea ha accentuato la sua penetrazione commerciale, riuscendo ad attirare 17 nuovi vettori (420 le frequenze aggiuntive settimanali), grazie anche alla rinegoziazione di accordi bilaterali. In virtù di tutto questo, nei mesi tra aprile e dicembre 2009 (il periodo confrontabile con il 2008, con il dehubbing di Alitalia a regime) Malpensa è stato l’unico grande aeroporto europeo a crescere: più 3%. Positivi anche i segnali che si ricavano dai primi due mesi del 2010.
I conti sono lo specchio di tutto ciò.

I ricavi sono calati dell’8,4% a 581 milioni, ma grazie a razionalizzazioni e tagli di costi l’utile netto è stato di 53,2 milioni, comprendendo la cessione della quota Sacbo, di 22 se depurato delle partite straordinarie. Nel 2008, i profitti erano stati di 1,8 milioni, dopo pesanti svalutazioni dovute a crediti Alitalia incagliati (54 milioni) e al deprezzamento di strutture «hub» (17 milioni).

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