Sea, per Tabacci tutto regolare Ma intanto si preparano i ricorsi

Bruno Tabacci fa l’«indiano». L’ultimo pasticciaccio del governo Pisapia, il giallo sull’offerta del fondo Srei (che ha quartier generale a Delhi e un fatturato da 8 miliardi di dollari) forse non sarà mai svelato. Quei 10 minuti di ritardo sulla consegna della seconda busta che potevano far guadagnare a Palazzo Marino 40 milioni di euro in più per il 29,75% di Sea. La gara è stata aggiudicata venerdì sera dopo 6 ore di consultazioni giuridiche al fondo F2i di Vito Gamberale. Che ha offerto al Comune 385 milioni e solo un euro in più della base d’asta. Ma il rappresentante legale della Srei Vinod Sahai conferma di essere entrato alle 9.50 per sbaglio a Palazzo Marino, di essersi diretto da lì al Palazzo della Ragioneria entro le 9.55, 5 minuti prima della scadenza e tra temporeggiamenti e formalità la busta è stata sigillata solo alle 10.10. Dichiarazioni messe a verbale. Domani gli indiani decideranno se fare ricorso.

E anche se Sahai ieri confermava che «l’ offerta era di 425 milioni» e «non è vero che mancavano alcuni requisiti, la documentazione era sufficiente ed era un impegno di acquisto», l’assessore al Bilancio è scettico. (...)

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