Cronaca locale

«Sea, vogliamo chiudere entro Sant’Ambrogio»

Sabrina Cottone

Se tutto ma proprio tutto fila liscio, sotto Sant’Ambrogio l’operazione Sea sarà definitivamente conclusa e la giunta avrà la possibilità di spendere subito i 600 milioni di incasso della vendita per le grandi opere. «Ci proveremo con tutta la determinazione di cui siamo capaci, altrimenti avremo ritardi di un anno nel compimento dei lavori pubblici. I margini sono stretti» ammette Gabriele Albertini. E annuncia: «L’auspicio è di arrivare alla vendita entro due mesi da oggi. Naturalmente è un auspicio».
Le opere pubbliche ai blocchi di partenza sono la linea quattro della metropolitana, il Parco Forlanini, lo scolmatore di Niguarda e la Città delle Culture. Per questi lavori gli incarichi sono già stati assegnati e si passerà subito alla fase della progettazione esecutiva, poi ci saranno le gare pubbliche (tempi previsti tre o quattro mesi complicazioni escluse) e infine si inaugureranno i cantieri. Ma la giunta ha anche già discusso nuovi interventi che riguardano in particolare la scuola e l’edilizia popolare. Spiega il vicesindaco, Riccardo De Corato: «Finalmente a dicembre avremo la copertura finanziaria necessaria per procedere con nuovi incarichi di progettazione di opere pubbliche. Ogni assessore indicherà le proprie priorità e decideremo quali interventi finanziare».
Il sindaco è molto soddisfatto del «richiamo ai ranghi finale» che ha consentito di avere tutta la maggioranza in aula e di approvare la delibera con esecutività immediata, ma non rinuncia a qualche stoccatina per i rallentamenti: «Se avessimo chiuso a luglio, avremmo due mesi di vantaggio». Esclude scherzando che il Comune possa commissionare nuove perizie: «A meno che non si voglia far crescere il fatturato delle società finanziarie, mi sembra che la nostra operazione sia stata autorevolmente confermata dall’ultima perizia». Dopo la relazione di Mediobanca, insomma, i dubbi dovrebbero essere tutti fugati. E Albertini ironizza anche su chi nella maggioranza spinge in quella direzione: «Se fossi Bossi direi che sono cagadubi, però non sono Bossi».
«Siamo tirati. Una previsione ottimistica ma realistica ci porta a mettere in calendario sotto Sant’Ambrogio la chiusura dell’operazione» commenta l’assessore al Bilancio, Mario Talamona, illustrando i passaggi necessari: dopo la delibera, la determina dirigenziale, la pubblicazione del bando, l’accertamento della regolarità di requisiti e fideiussioni dei partecipanti, gli eventuali rilanci.
Si parla già dei potenziali concorrenti e tra le ipotesi circolate sulla stampa ci sono Fraport, la società di gestione dell’aeroporto di Francoforte, e poi ancora le società degli aeroporti di Amsterdam e Copenaghen, la Gemina, il gruppo Caltagirone. Il sindaco non entra nel merito: «Meglio che non ripeta i nomi.

Penso che alcuni nomi che sono stati fatti possano essere identificati come potenziali compratori».

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