Claudia Passa
da Roma
Si aprirà con un punto interrogativo ludienza preliminare del 7 febbraio dellanno prossimo in cui il gip di Verona dovrà decidere sul rinvio a giudizio di 45 dirigenti della Lega nord chiesto dal procuratore Guido Papalia per attentato allunità nazionale. La stessa sentenza della Corte costituzionale che ha sbloccato il procedimento, dichiarando inammissibile un ricorso del gup, potrebbe infatti riaprire la partita.
Linteressamento della Consulta era nato a seguito del parere dinsindacabilità emesso da Palazzo Madama nel 2000 per gli allora senatori Francesco Speroni e Vito Gnutti. Il gup sera rivolto alla Corte sollevando un conflitto dattribuzione: secondo i magistrati, i comportamenti contestati a Gnutti e Speroni esulavano dallattività parlamentare coperta da immunità. Ed è su questa querelle che il procedimento sera arenato fino a questestate.
«La Consulta ha dichiarato inammissibile il conflitto - dichiarava curiosamente Papalia il 13 agosto scorso -, ora potremmo discutere delle posizioni di tutti, Gnutti e Speroni compresi». Leggendo la sentenza della Corte, però, si può intuire perché in ambienti giudiziari questa frase sia stata accolta con qualche dubbio interpretativo. «Il giudice ricorrente - scrive la Consulta - non ha precisato quale sia il comportamento addebitato a Gnutti e Speroni, atteso che né la loro posizione risulta adeguatamente differenziata rispetto a quella degli altri coimputati, né risulta specificata la natura (morale o materiale) del contributo recato dai predetti nella realizzazione delle fattispecie criminose». Il ricorso «si limita a riprodurre sic et simpliciter il contenuto dei capi dimputazione riportati nella richiesta di rinvio a giudizio, senza che vengano chiarite quali siano in concreto le condotte poste in essere specificamente da Gnutti e Speroni. Il ricorrente avrebbe dovuto assolvere allonere di specificare se, nella prospettazione dellaccusa, i parlamentari avevano posto in essere comportamenti materiali» non coperti da immunità. «Inoltre dal ricorso non è dato comprendere se quello posto in essere da Gnutti e Speroni consista in un concorso materiale o morale, e quindi se essi, lungi dalloperare come autori o complici (...), abbiano agito in veste di istigatori o determinatori, suscitando o rafforzando il proposito criminoso, ma comunque mantenendo il loro contributo alla realizzazione collettiva del reato entro limiti astrattamente idonei ad essere ricompresi nella manifestazione di unopinione».
Ergo, per i due leghisti resta linsindacabilità che il Senato decise di riconoscere considerando le vicende sottaccusa l«esplicitazione» dellattività istituzionale. Nel capo dimputazione, il Senato aveva individuato «una sorta di enfatizzazione di vicende che lungi dallapparire idonee alla realizzazione dellevento paventato (la secessione, ndr) si caratterizzavano per taluni aspetti pittoreschi, considerati dalla stragrande maggioranza dellopinione pubblica come il bizzarro tentativo di suscitare un minimo di attenzione rispetto a proposte politiche oggetto dattività parlamentare». Per la Giunta delle immunità, «lintervento della magistratura appare una sorta di intrusione in vicende sottratte alla sua competenza perché peculiari alla dialettica parlamentare».
La palla passa al gip. Nessuna norma vieta infatti che il ricorso sul conflitto dattribuzioni, respinto, possa essere riproposto. Diversi pronunciamenti della Consulta sembrano però andare in direzione opposta. E in tribunale cè chi ritiene «plausibile» che Gnutti e Speroni vengano presto prosciolti per linsindacabilità che la Corte ha confermato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.