Cronaca locale

Una sede troppo scomoda per l’Alsi

L’Istituto Tumori informato dal presidente Vitale: gli uffici forse verranno spostati

Ettore Politi

Esiste la «solidarietà sulla carta»? Sembrerebbe proprio di sì, visto che l’Istituto dei Tumori di Milano, riconoscendo il ruolo di volontariato dell’Alsi-Fais (Federazione associazioni stomizzati), le ha concesso otto anni fa una sede al terzo piano di uno stabile d’epoca in via Ponzio 44. Peccato, però, che il palazzo sia senza ascensore, che gli aderenti a questo sodalizio, spesso non più giovani, abbiano subìto devastanti interventi che rendono sicuramente difficile se non impossibile salire a piedi tre rampe di scale e che l’attuale presidente sia costretto a vivere su una sedia a rotelle.
Quest’uomo, che rappresenta circa 11mila persone di Milano e Lombardia alle quali è stato asportato lo stomaco, non può quindi accedere nella sede dell’associazione. Quei gradini, però, non sono riusciti a fermare l'attività dei membri dell'associazione, che, novelli carbonari, si riuniscono ugualmente, ora a casa del presidente regionale, ora in un bar, domani chissà dove. Tutto questo «perché la vita continua», come dice l’efficace slogan della campagna pubblicitaria della Fais andata in onda nelle scorse settimane sulle reti Rai con testimonial Simona Izzo. Un messaggio di incoraggiamento che condensa un convinto e sano principio di tante associazioni.
La Fais è una delle centinaia di associazioni impegnate a battersi per conto di migliaia di persone affette da particolari patologie. Perché la vita continua. Ferdinando Vitale, presidente nazionale della Fais: «Continua certo, ma ci si deve scontrare con barriere fatte di norme inadeguate, di inadempienze o di leggerezze e incompetenze». Vitale è andato a sottoporre il problema della sede di via Ponzio anche al neo presidente dell’Istituto dei Tumori, Carlo Borsani, raccontando a quali difficoltà va incontro il responsabile dell’associazione lombarda, l’Alsi, e le inascoltate richieste sino a oggi avanzate per risolvere la paradossale situazione. All’ex assessore per agire e prospettare una soluzione sono state sufficienti le parole di quell’uomo ricco di dignità e rispetto per le istituzioni, rispetto che non ha mai perso nonostante le decine di telefonate e di solleciti rimasti inascoltati per mesi. La soluzione ipotizzata dal presidente dell’Istituto è che gli uffici dell’Alsi di via Ponzio vengano trasferiti dal terzo al piano terreno dello stesso edificio, nel locale dove ora ha sede la segreteria della scuola infermieri che, quindi, si sposterebbe al terzo piano. «Sono soddisfatto che a una nostra richiesta civile ci sia stata una risposta adeguata. Ma il confronto più impegnativo - sottolinea il presidente della Fais - è quello in corso con l’assessorato regionale alla sanità.

Da tempo, ma senza ottenere risposte concrete, chiediamo che agli stomizzati e incontinenti venga riconosciuta la legittima facoltà di scelta della tipologia di protesi e di ausili».

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