La seduta? Appena 4 ore di ritardo

Il consiglio doveva analizzare il piano di rientro del deficit sanitario. Contro la «melina» della sinistra la Cdl ha abbandonato l’aula

Antonella Aldrighetti

Prima qualche muso lungo teso a segnare il disappunto, poi, man mano che le ore passavano, sono cominciati a diffondersi mugugni e proteste e, da ultimo, un repentino e immediato abbandono dell’aula consiliare da parte degli esponenti della Casa delle libertà che, al completo, hanno ritenuto doveroso protestare contro i reiterati ritardi dei lavori del consiglio regionale da parte delle forze di maggioranza. Una lezione di politica e di stile quella di ieri, da parte degli esponenti del centrodestra, mirata a rammentare alla maggioranza regionale che bisogna rispettare l’«assemblea eletta dal popolo». Malgrado quella di ieri fosse una giornata importante perché si sarebbe dovuto tenere il dibattito sul piano di rientro del deficit sanitario - che invece l’Ulivo ha svolto da solo senza troppe remore o repliche - l’opposizione non ha sopportato che per l’ennesima volta i lavori consiliari iniziassero con un ritardo sulla tabella di marcia di quasi quattro ore rispetto all’orario prefissato già due giorni fa. «Ormai la misura è colma - hanno detto i capigruppo della Cdl Antonio Cicchetti (An), Raffaele D’Ambrosio (Fi), Rodolfo Gigli (Udc), Vladimiro Rinaldi (Lista Storace) e Fabio Desideri (Dc) -. Si tratta di un atteggiamento oltraggioso che non abbiamo più intenzione di tollerare. Un comportamento che offende tutti i cittadini del Lazio. I ritardi sono ormai diventati la norma e questi continui rallentamenti si riverberano sull’attività amministrativa della regione. Sono mesi che quest’aula non riesce a produrre alcunché, né a legiferare, né a esaminare proposte di legge». In sintesi il casus belli, e cioè le quattro ore di ritardo con cui la maggioranza si è presentata a dibattere sulla sanità e sul piano di rientro del deficit, s’è andato via via rafforzando di contenuti quando tra le file dell’opposizione cominciava a emergere la certezza del fatto che la bozza del programma contabile per ripianare il disavanzo sanitario non sarebbe arrivata in tempo, nelle mani dei consiglieri di centrodestra, per esaminarla nel dettaglio e quindi discuterne ulteriormente. Già gli interventi della Cdl avrebbero dovuto basarsi solo su quanto letto sui giornali. Insomma l’esasperazione ha portato alla necessità di «denunciare il perdurante stallo della maggioranza del presidente Piero Marrazzo che da tre mesi ormai manca dalla Pisana - ha precisato Cicchetti -. Stiamo rasentando un golpe bianco: la maggioranza non governa e vuole impedirci di svolgere il nostro ruolo di opposizione». Per D’Ambrosio invece «quella del ritardo non è una questione di forma ma si concretizza in un’offesa a quei milioni di cittadini che hanno votato per l’attuale opposizione». E se qualcuno può ipotizzare che l’opposizione abbia perso una possibilità di controbattere al riordino della sanità regionale messo a punto dalla giunta Marrazzo sbaglia.

Il perché è presto detto: «Ci sarà l’occasione per analizzare le manovre di ripiano del deficit - precisa Gigli - sarà in sede di assestamento di bilancio quando dovranno essere valutate le prime operazioni in economia».

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