«Il segreto del mio successo? Mia moglie»

«Il segreto del mio successo? Mia moglie»

«Il segreto del mio successo? Mia moglie Paola». Non sono tanti gli uomini che hanno il coraggio di concedere a una donna un ruolo fondamentale anche nella fortuna della propria carriera. Salvatore Presenti, invece, ammette con disinvoltura, nei giorni del suo addio alla città dove è stato per cinque anni questore, che avere al fianco una donna paziente e comprensiva come la signora Paola Angiolillo, «capace di stare da sola dieci anni a Chiavari mentre io ero in giro per l’Italia», è un ingrediente fondamentale per riuscire nelle proprie imprese. Tanto che il primo ringraziamento va a lei. Nei giorni del congedo è tempo di saluti e di bilanci. I primi, anche al Giornale, Presenti ha voluto farli di persona, con una visita in redazione. E altrettanto volentieri parla dei rapporti instaurati con vari livelli istituzionali in città. «In generale i contatti con i cittadini sono stati ottimi - dice Presenti - così come il dialogo con i tre prefetti Romano, Cancellieri e Musolino, quest’ultimo, appena arrivato». Presenti parla inoltre di «eccellenti rapporti con la magistratura, in particolare con i vertici, così come con Regione, Provincia e Comune». È poi naturale che il bilancio gli faccia fare i conti anche con le grandi manifestazioni che ci sono state in città e sulle quali la presenza della polizia è stata forte, ma celata, non invasiva. «Come nel caso della marcia dei 40mila - ricorda - con Don Gallo c’erano milletrecento poliziotti per strada, ma nessuno se n’è accorto, non si vedevano». Altrettanto bene il Gay Pride, scivolato senza intoppi. «A proposito della visita del Papa a Genova - ricorda Presenti - la tensione è stata tanta e ho tirato un sospiro di sollievo quando il santo padre è salito sull’aereo».
Tra i successi investigativi del periodo genovese, Presenti ama ricordare la cattura del maniaco dell’ascensore, il giovane che dopo aver avvicinato e molestato decine di giovani donne e in qualche caso bambine, è stato individuato e assicurato alla giustizia. Naturalmente questi anni dell’era Presenti sono stati contrassegnati anche da eventi meno piacevoli e che sicuramente rappresentano un capitolo doloroso nella vita della polizia genovese. Il superpoliziotto fa riferimento al G8 e in particolare all’inchiesta che ha coinvolto gli esponenti delle forze dell’ordine. «I momenti difficili - dice - vanno superati e magari poi si diventa anche migliori. Certo nel caso del G8 va detto che è stato una ferita che non si è ancora rimarginata».
«Mano tesa ma ferma», poi, è il motto che Presenti ha voluto assegnare alla presenza della polizia nei confronti delle manifestazioni di piazza, che soprattutto negli anni che hanno seguito la crisi e anche oggi vedono in prima linea pensionati, cassintegrati, persone che rischiano di perdere il posto di lavoro.

«Con nessuno di loro è stata usata la forza, ma solo il dialogo - dice Presenti -, così come con gli ultrà. E ciò ha dato i suoi frutti, adesso la tifoseria è maturata. La prova? Non ci sono più striscioni contro polizia e carabinieri. Il clima è rasserenato».

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