"Seguo l'istinto per piacere al mio pubblico"

Il cantautore Mario Venuti al Leonardo: "Cerco di rimanere fuori dal mainstream"

"Seguo l'istinto per piacere al mio pubblico"
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Dopo l'abbraccio del suo pubblico al Blue Note nel marzo scorso, riecco Mario Venuti su un palcoscenico milanese, in questo caso il Teatro Leonardo di via Ampère dove si esibirà per una nuova puntata del suo tour "Tra la carne e il cielo" (che è anche il titolo del suo ultimo album), in occasione di "Cubo Live", la rassegna itinerante di concerti gratuiti promossa dal museo d'impresa del Gruppo Unipol.

Con lui stasera sul palco, a ripercorrere i grandi successi di 40 anni di carriera, Peppe Milia e Giuseppe Nasello alle chitarre, Eusebio Getulio al basso, Franco Barresi alla batteria, Gabriel Prado alle percussioni.

Anche lei, Venuti, sfodera spesso la classica per qualche brano chitarra e voce. Finalmente un po' di chitarre...

"Eh già, ormai sono praticamente sparite, spodestate dall'egemonia dell'elettronica. E invece per me, che alterno il pop al rock alla musica brasiliana, sono strumenti sacri. Viva le chitarre".

Lei è considerato un cantautore cult, con i suoi testi profondi e mai banali. Dopo 40 anni il suo pubblico continua a seguirla ovunque e anche stasera farà sold out.

"La mia stella polare è sempre stata quella di seguire l'istinto, penso che la via maestra all'insuccesso sia quella di voler a tutti i costi ingraziarsi tutti, e invece soltanto se sei convinto tu di quello che hai scritto sei in grado di convincere il pubblico. Detto questo, ho quasi sempre fatto la scelta di stare al di fuori del cosiddetto mainstream: dico quasi perché ho anche partecipato a qualche Sanremo. Per il resto, ho seguito la mia strada e sono contento così".

L'ultimo album "Tra la carne e il cielo" è forse tra i suoi più ricercati; testi impegnati e arrangiamenti raffinati; però continuerà a riproporre i successi del passato, come "Crudele", "Veramente", "Mai come ieri"...

"Beh, sono i brani a cui i fan sono più affezionati, e trovo giusto dosare il nuovo disco con la mia storia, che comunque è ricca di influenze diverse, prima tra tutte quella brasiliana: non tanto del samba o della bossa nova ma quella dei ritmi nordestini come l'afoxè".

L'ultimo disco, che comprende brani intensi come Paradiso, Ganimede, Degrado, è arrivato dopo un lungo periodo di pausa. Ora ha già qualche nuovo progetto nel cassetto?

"Una volta ero abituato a sfornare un album ogni due anni, ma adesso non ho più l'ansia da iperproduttività; ai numeri preferisco la qualità della scrittura. Comunque sì, un paio di idee in testa ce le ho".

A proposito di numeri: nel brano "Segui i tuoi demoni" dice che l'estate è la stagione delle brutte canzoni. Questa fa accezione?

(Ride) "No, direi proprio di no...".

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