Sei intossicati dal tonno avariato

Non è ben chiaro cosa i sei impiegati abbiano mangiato a colazione, ma di una cosa sono tutti certi: in quel ristorante non ci metteranno più piede. Già perché appena rientrati al lavoro, uno dopo l’altro sono stati colti da nausea e tutti gli altri sintomi da intossicazione. L’allarme è prima suonato al 118 che ha trasportato i sei in ospedale e quindi rimbalzato alla polizia locale, che ha subito avviato un’ispezione al ristorante per verificarne condizioni igienico sanitarie e qualità del cibo.
Gli intossicati sono tutti dipendenti della sede milanese della Danone, gigante francese del settore alimentare, in particolare latticini, con quasi un secolo di storia alle spalle. Il gruppo è presente in 120 Paesi al mondo, tra cui l’Italia, e ha a Milano, in via Alserio 10, la sua sede centrale. Qui, in un moderno centro direzionale bianco dove hanno sede anche altri uffici, lavorano oltre 150 dipendenti Danone. Che all’ora di colazione, invadono i bar e i ristoranti dell’Isola per la pausa pranzo. Almeno cinque, forse un sesto ha pranzato da un altro parte, hanno scelto un ristorante di via Pollaiuolo dove avrebbero consumato tutti la stessa pietanza: tonno.
Alle 14 sono rientrati al lavoro e dopo un mezz’oretta i primi sintomi. I primi due cominciano ad accusare spossatezza, testa pesante poi via via nausea e infine tutti gli altri sintomi di una brutta intossicazione. Viene chiamato il 118 che invia un’ambulanza. Il tempo di arrivare e gli intossicati sembrano moltiplicarsi in progressione matematica, diventando quattro e poi sei. La centrale operativa del Niguarda invia «rinforzi», altre due ambulanze che iniziano a smistare gli impiegati nei diversi ospedali. Così al Fatebenefratelli finiscono una giovane di 31 anni e un ragazzo di 26, alla Multimedica due donne di 33 e 37 anni, al San Giuseppe, due uomini di 41 e 50 anni. Le loro condizioni non appaiono gravi: per tutti un «rassicurante» codice verde, che indica il primo grado di allarme.
«Siamo molto dispiaciuti per i nostri colleghi - racconta il direttore di sede Simone Ceruti responsabile delle relazioni esterne della Danone - sono ancora in ospedale, li abbiamo sentiti e stanno un po’ meglio. Non riusciamo a capacitarci di quanto successo. E non siamo nemmeno sicuri abbiano mangiato tutti nello stesso posto. A me risulta che cinque abbiano scelto un ristorante e uno abbia pranzato in un altro locale».
Una simile «falcidia» non è comunque normale e della vicenda si sta ovviamente interessando anche la polizia locale che ha inviato sul posto la sezione della Annonaria specializzata in ristorazione. Agenti che nella loro inchiesta sono affiancati anche dagli ispettori dell’ufficio igiene dell’Azienda sanitaria locale. Individuato il ristorante «incriminato» infatti sono subito iniziati i controlli e le verifiche, utilizzando le consuete procedure, su pulizia dei locali, efficienza degli impianti di refrigerazione e conservazione dei cibi, indicazioni di scadenza degli alimenti. In particolare sono stati effettuati prelievi a campione di pesce. Dalle prime indicazioni fornite dai sei intossicati infatti, tutti avrebbero scelto lo stesso piatto: vale a dire del tonno.

Se le ispezioni e le analisi dovessero confermare i sospetti, il cibo era scaduto oppure mal conservato, per il ristorante si profila una pesante sanzione, tra multa e possibile chiusura. E in ogni caso, la sicura perdita di almeno sei clienti.

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