Sei Nazioni, Italia-Inghilterra: il sogno dura solo un tempo

Secondo match e seconda sconfitta per gli azzurri nel torneo europeo. Una bella Italia combatte ad armi pari ma non basta per fermate Wilkinson & C.: 12 a 17

Sei Nazioni, Italia-Inghilterra: 
il sogno dura solo un tempo

E pensare che a darci una mano era arrivato anche il più impensabile degli eventi, il cecchino Johnny Wilkinson che sbaglia un calcio in mezzo ai pali di quelli che infilano anche i ragazzini di Casale sul Sile. L'Italia invece esce sconfitta dalla seconda giornata del 6 Nazioni, nel terreno amico del Flaminio, dopo essere andata al riposo in vantaggio per 6-3. Ma la notizia più disarmante è che è stata un'Italia maiuscola, in grado di reggere fisicamente e psicologicamente il confronto con i maestri in maglia bianca. E se neppure un'Italia così bella è sufficiente a portare a casa il risultato, viene da domandarsi cosa mai possa inventarsi il ct Nick Mallett perchè gli azzurri possono meritarsi, oltre agli elogi e al rispetto, anche i tre punti.
Davanti c'era un Inghilterra tutt'altro che impeccabile, per lunghi tratti apparentemente a corto di idee e persino lacunosa tecnicamente. In campo, un'Italia ben diversa da quella scesa in campo già rassegnata una settimana fa a Dublino, quando venne maltrattata dall'Irlanda (a sua volta asfaltata ieri dalla Francia). Solo due i cambi nella formazione azzurra (uno obbligato, Bortolami al posto dell'infortunato Del Fava, l'altro ovvio, Masi al posto dell'inguardabile Robertson). Ma cambia radicalmente l'approccio alla partita: la mischia è come al solito il nostro punto di forza, e a differenza di sabato 13 funzionano anche le rimesse laterali; ma stavolta sono i tre quarti - a partire dai due mediani, Tito Tebaldi e Craig Gower - a mostrare una intesa e una determinazione che a Dublino erano mancati, sia in fase difensiva che in attacco.
Invece al Flaminio per tutto il primo tempo gli attacchi lanciati da Wilkinson e dai suoi vanno a sbattere contro la barriera difensiva italiana, gli inglesi appaiono a ripetizione in affanno. L'Italia ha un gioco, un progetto. Ma al rientro in campo dopo l'intervallo, bastano quattro minuti perchè l'Italia venga punita - come spesso accade - dai suoi stessi errori: una penetrazione dei tre quarti inglesi, efficace ma tutt'altro che devastante, viene agevolata da due placcaggi sbagliati, prima di Masi e poi di Tebaldi. Va in meta Tait, e da quel punto è tutto in salita, anche perchè al 57' Martin Castrogiovanni si fa espellere per dieci minuti per una ingenuità in un raggruppamento, lasciando i compagni a fare gli straordinari.

Due piazzati di Mirco Bergamasco non basta a rimettere l'Italia in partita, anche perchè Wilkinson riscatta la magra del primo tempo con un calcio di rimbalzo in mezzo ai pali. Finisce 17 a 12. L'Italia c'è, il risultato, anche stavolta, no.

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