Personaggi

Da mamma Rosa a Marta. La dynasty da copertina

Il risveglio nel cuore della notte. Pensieri inquieti, ma Silvio non è solo: con lui c'è Marta, "la mia Marta", come la chiama lui

Da mamma Rosa a Marta. La dynasty da copertina

Il risveglio nel cuore della notte. Pensieri inquieti, ma Silvio non è solo: con lui c'è Marta, «la mia Marta», come la chiama lui. Marta Fascina, la compagna dell'estrema stagione del Cavaliere, l'ultima donna a trovare un posto vicino a lui. Camminano mano nella mano al funerale di Ennio Doris, a Tombolo, in Veneto, un anno e mezzo fa. Una prova durissima per Silvio, ma anche col senno di poi un presagio di morte, oltretutto per mano della stessa, spietata malattia. E già in quell'occasione si capisce che quel legame, discusso e controverso fino alla cerimonia non così semplice del quasi matrimonio, è diventato un'esplorazione della notte. Un affiancamento nell'ultima rampa della vita, come la chiama il cardinal Bagnasco. Insomma, un legame umano e naturalmente, in un personaggio sempre complesso, anche un'investitura politica. Quella che, con Antonio Tajani e gli altri dirigenti più vicini, dovrebbe traghettare Fi verso un indefinito futuro.

Un'esistenza ricca di colpi di scena quella di Silvio e la sua famiglia assomiglia a un albero frondoso che proseguirà almeno in parte la sua opera.

Da papà Luigi e mamma Rosa nascono Silvio, Antonietta e Paolo, presidente della società che manda in edicola il Giornale. Poi ci sono le due mogli e i cinque figli: Marina e Pier Silvio sono sinonimo di Mondadori e Mediaset e dunque governano due pilastri dell'impero imprenditoriale costruito dal padre. Di Marina si parla a lungo anche come di una possibile erede dell'avventura nel Paese cominciata nel '94 con la discesa in campo. Ma in realtà il carisma del capo non è trasmissibile e poi lei è troppo impegnata con i libri, come il fratello con le televisioni, e la parentesi si chiude fatalmente senza seguito dopo un'attesa di qualche anno. Marina difende il padre con alcune fiammeggianti interviste ma non varcherà mai la linea del Rubicone accettando la sfida delle urne.

Il percorso di Silvio fra imprenditoria e Palazzo resta un unicum. Con tutte le sue iperboli, come il capitolo celeberrimo delle zie suore: «Fra zie e cugine avevo ben otto suore in famiglia. Otto suore... Una volta mi prese da parte - svela lui ad Alan Friedman - e disse una cosa che avrebbe ripetuto per anni: Che bel cardinale saresti».

Silvio prende un'altra strada. Lui e Carla Elvira Dall'Oglio si sposano nel 1965: nel 1966 nasce Marina, tre anni dopo Pier Silvio. La terza figlia Barbara viene al mondo in Svizzera nel 1984 dalla relazione con l'attrice Veronica Lario e ancora una volta privato e pubblico si intrecciano: padrino di battesimo è il premier Bettino Craxi e quando, ottenuto il divorzio da Carla Elvira che scompare rapidamente dai riflettori, Silvio e Veronica si sposano, i testimoni sono Bettino per lui, la moglie Anna per lei. Più tardi ancora Eleonora e Luigi, il quinto e ultimo figlio.

Una grande famiglia ma anche una famiglia grande. Segnata come la Royal family da nascite e lutti. Maria Antonietta scompare prematuramente nel 2009: ho negli occhi gli occhi lucidi di Silvio nel ricordare un giorno, ad Arcore, «la mia sorellina». In compenso il destino gli riserva 17 nipoti, una discendenza numerosa come in certe pagine bibliche.

Ma in una biografia così tumultuosa non c'è spazio per uno spartito ordinario. Il sodalizio con Veronica si incrina: voci e pettegolezzi diventano la colonna sonora, le parole della moglie amareggiata e ferita sono ancora una volta carburante per l'antiberlusconismo militante. In pochi giorni il clima di unità nazionale visto a Onna, dove il Cavaliere festeggia il 25 aprile di quel fatidico 2009 in un clima di unità nazionale con il fazzoletto rosso dei partigiani al collo, si trasforma in una caccia al bersaglio e nel preludio di un'inchiesta.

Qualcuno azzarda che la donna della vita, gira e rigira, è sempre rimasta la madre Rosa, guida sicura e sostegno forte per una lunghissima stagione. La vita però va avanti. Ora il Cavaliere ha una nuova fidanzata, Francesca Pascale, giovane napoletana fuori dagli schemi e dalle idee ultraliberal. Pascale non è la custode dell'ortodossia berlusconiana e anche il suo percorso lo dimostra: dopo la fine della storia d'amore, si sposa a sorpresa con la cantante Paola Turci. Ed è ancora lei la protagonista dell'ultimo rimbalzo in cronaca con il Cavaliere ancora in vita: proprio ieri i quotidiani raccontavano che è la miliardaria svizzera Lavinia Eléonore Jacobs la nuova proprietaria della villa di Casatenovo che Berlusconi le aveva regalato nel 2015 e oggetto di faraonici lavori di ristrutturazione per un valore di quasi trenta milioni. Pascale sfila al gay pride e sembra a suo agio più con il Pd di Schlein che con il centrodestra a trazione meloniana.

Con Marta Fascina, quasi invisibile e silenziosa ma onnipresente, si ritorna invece alle origini del berlusconismo, ad una tradizione che si è fatta storia e ha ormai una profondità di quasi trent'anni. Gli ultimi scossoni sono di poche settimane fa, con l'assestamento del partito su posizioni più concilianti con Palazzo Chigi e con la nuova leadership meloniana. Marta in privato e Marta nella sfera pubblica, Marta compagna negli ultimi mesi difficili, punteggiati dai ricoveri al San Raffaele, e dalle puntualizzazioni su una linea ancorata all'Europa ma sempre alla ricerca di timbro originale.

Così fino alla fine, inevitabile e insieme inattesa.

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