Sei stranieri su 10 hanno preso la patente in Italia

Sono sempre più numerosi gli immigrati motorizzati che circolano in città: albanesi alla guida di furgoni di seconda mano; cinesi in scooter alla faccia dei connazionali in bici; mamme africane a bordo di scattanti utilitarie; qualche rara islamica alle prese col volante e teenager romeni o latinoamericani in motorino che sgommano contromano: sono i nostri immigrati on the road che avanzano tra pregi, difetti e luoghi comuni. Un’inchiesta su Quattroruote in edicola questo mese mette nero su bianco i dati del ministero dei Trasporti che fotografa una realtà poco indagata: le patenti italiane intestate agli extracomunitari al 31 marzo del 2006 sono 1.889.979, il 60% dei circa 3 milioni di stranieri che soggiornano regolarmente nel nostro Paese. In vetta alla classifica figurano gli albanesi con 210.000 patenti, seguiti da marocchini (199.239), romeni (194.027) e via scalando per finire con quattro kirghizi e un turkmeno. I più indisciplinati? I dati sembrano confermare la convinzione diffusa secondo cui gli stranieri sarebbero un po' meno affidabili (ma neanche tanto) degli italiani: detengono il 5,34% delle patenti italiane, ma sono responsabili del 6,08% delle infrazioni e incidono per una quota superiore (6,49%) sui punti persi. Anche se l’Ania, l’associazione che riunisce le compagnie assicurative, ammette che non esistono statistiche relative agli incidenti stradali causati o subiti dagli stranieri. Resta il fatto che prendere la patente per un immigrato è un passo decisivo verso l'integrazione e uno status symbol come lo era per gli italiani durante il boom degli anni Cinquanta.

Non va dimenticato infine che gli extraUe al volante rappresentano una risorsa per il Paese: acquistano auto nuove e usate e garantiscono lavoro alle scuole di guida sempre più ben disposte nei loro confronti. In previsione del nuovo esame multilingue in ottobre, stanno comparendo i primi istruttori multietnici e manuali in varie lingue. Per ora il «bangla» non è previsto.

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