Cronache

Sembrava un dipendente Amt ma era un Angelo

Sembrava un dipendente Amt ma era un Angelo

Lunedì 31 luglio 2006, ore 9; è già un caldo soffocante.
Scendo di corsa a Quarto dall’autobus 17 che va verso Genova dimenticando la mia borsa con documenti per me importanti.
Dopo cinque minuti me ne accorgo. Sono abbastanza incavolato con me stesso e col mio Angelo Custode cui però raccomando di aiutarmi.
Come fare? Mi avvicino ad un’auto che si sta fermando al semaforo. Strano a dirsi - e oggi è rarissimo - il guidatore con gentilezza mi apre la portiera e si offre di aiutarmi a inseguire il mezzo pubblico.
Non ci si riesce perché le auto in coda ai vari incroci ci bloccano.
Mi chiede che autobus era ed ecco la prima combinazione favorevole. L’obliteratrice del mezzo era bloccata, per cui sul retro del biglietto avevo scritto il numero dell’autobus.
Questo signore, che ringrazio di cuore a nome del mio Angelo Custode, dicendomi che lui non crede agli Angeli e neppure al buon Dio, afferra il suo cellulare e chiama il «Centro operativo Amt, facendo presente la cosa (seconda combinazione favorevole): era un dipendente direzionale della stessa azienda.
Dal Centro Operativo rispondono che l’autobus in questione - era il 9088 - a quel punto era in corso Gastaldi - che però non avremo potuto raggiungere - e avvisare l’autista della dimenticanza della borsa. Che fare? Il mio Angelo Custode, che ormai aveva assunto le sembianze di quel signore dell’Amt, (lui non ci credeva, ma era il mio Angelo a credere in Lui) si offre di accompagnarmi alla Direzione perché la borsa in ogni caso l’avrebbero poi portata lì.
Pazienza, perderò la mattinata ma mi sta bene!
E qui si innesta la terza combinazione favorevole: si «Guardate che la vostra borsa l’ha ritirata ed è in possesso dell’autista del mezzo pubblico».
Dopo 300 metri, al semaforo del tunnel che porta in via Canevari - e lì avremmo dovuto svoltare - ci affianchiamo ad un autobus e strabuzzo gli occhi: quarta combinazione favorevole: quell’autobus era il numero 9088. Quel signore (ormai il mio Angelo Custode) si qualifica con l’autista che ci apre la portiera, mi fa salire e mi consegna la borsa. Che dire? Ci credete voi all’Angelo Custode? Io ancor più di prima e a tutti quei Signori - con la maiuscola, perché oggi sono perle rare - che mi hanno aiutato con tanta gentilezza e disponibilità dico: «Grazie, un milione di grazie e oggi pregherò per tutti voi affinché i vostri Angeli Custodi (se già non lo siete) vi aiutino nella vita e vi rendano il centuplo dato che io non posso farlo che con queste povere righe che spero vengano pubblicate anche perché i buoni esempi vanno fatti conoscere».
Sono piccole cose ma è dai piccoli semi che nascono alberi giganteschi.



Finalmente una bella storia.

Commenti