Sempre più giovani chiedono in regalo per il compleanno un ritocco estetico

Informarsi sullo specialista prima dell’intervento. «Le tecniche mini-invasive danno ampie garanzie e consentono rapidi recuperi»

«Cara Befana, vorrei tanto un naso nuovo che mi rendesse più sicura di me che mi permettesse di farmi fotografare alle feste o in vacanza con gli amici senza vergognarmi del mio enorme profilo e se, già che ci sei, mi fai anche crescere un po’ il seno ti sarò grata per sempre. Sono stanca di spendere soldi in reggiseni imbottiti...». Sono sempre più i giovani che chiedono come regalo ai loro genitori un intervento di chirurgia estetica: è un fenomeno che coinvolge tutti i ceti sociali. Ne parliamo con il professor Gabriele Borghini, specialista in Chirurgia plastica e docente all’Università cattolica del Sacro Cuore.
Le risulta che le richieste di interventi estetici come regalo è un fenomeno in aumento?
«Non solo è in aumento nel periodo natalizio ma è diventato frequente anche come richiesta di regalo per il compleanno o per la raggiunta maggiore età. Posso anche dire, operando a Roma, Firenze e Palermo, che è un fenomeno che interessa tutta l’Italia, tutte le fasce di età e soprattutto entrambi i sessi».
Come lo spiega?
«Ormai la chirurgia estetica ha superato anche nel nostro paese quei timori che la relegavano a chirurgia di vip o dei personaggi dello spettacolo, oggi tutti sentono il bisogno di apparire in maniera piacevole al prossimo, tutti hanno un piccolo o un grande difetto che si può eliminare o migliorare; e se correggere questo difetto ci fa vivere meglio, ci fa affrontare la vita con un altro spirito, ben venga. A volte un seno troppo piccolo o troppo voluminoso può creare dei disagi nella vita di relazione, nella scelta degli abiti. La moda non tiene conto che non siamo tutti perfetti; e se questo si può risolvere con un piccolo “ritocco”, ben venga la “chirurgia della felicità”».
Lei ha coniato questo termine, ma pur sempre di chirurgia si tratta. Non crede che si possono correre dei rischi assurdi per sottoporsi a un intervento a solo scopo estetico?
«Parlo di chirurgia della felicità perché a mio avviso è una chirurgia che oggi, grazie anche a nuove tecniche anestesiologiche e chirurgiche mininvasive, oltre a consentire una rapida ripresa della vita sociale, garantiscono elevati margini di sicurezza».
Però è anche vero che le cronache, a volte, ci raccontano di interventi mal riusciti o addirittura con conseguenze molto negative.
«Vale la pena di spendere due parole su quelle che sono le buone norme di sicurezza prima di avventurarsi nell’intervento chirurgico. Purtroppo in Italia non esiste la obbligatorietà della specializzazione per eseguire interventi di chirurgia estetica: questo comporta che colleghi poco scrupolosi si avventurino con poca esperienza in una branca della chirurgia che sembra facile e priva di rischi, in realtà non è cosi, è una specialità che necessita di una adeguata e lunga preparazione oltre a un innato senso estetico e una specifica manualità chirurgica.

Quindi, prima di decidere, è bene informarsi se il medico scelto è uno specialista in chirurgia plastica (non esiste la specializzazione in chirurgia estetica), se è socio della Sicpre (la società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica che accetta solo soci specialisti e compie anche un controllo sui suoi soci) e se opera in strutture sanitarie qualificate. E infine il passa-parola di persone già operate».

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