E allora al diavolo l'eventuale cancellazione dei play-off. Al diavolo i discorsi sui 12 punti che dovrebbero intercorrere, per esser certi di poterli azzerare, tra il 3° e il 4° team classificato alla vigilia di Genoa-Napoli ultima di campionato. La vittoria del Genoa a Frosinone e la sconfitta del Napoli a Mantova equivalgono a una quasi sentenza di promozione diretta del Grifo alle spalle della Juve. Sentenza che potrebbe arrivare in via virtualmente definitiva già domenica prossima, cioè con 4 tappe di anticipo sul traguardo finale, quando il Grifone rampante ospiterà la Triestina e il Napoli inciucchito farà visita al Brescia che Serse Cosmi sta portando in zona play-off a marce forzate. Se, rispettando una previsione razionale, il Genoa venisse a capo degli alabardati e il Ciuccio non andasse più in là del pari a Mompiano, i punti di vantaggio dei rossoblù sugli azzurri salirebbero infatti a 4, costituendo un grandioso margine di sicurezza a 4 turni dal filo di lana, solo 12 punti in palio, 3 dei quali allo sprint nella bolgia infernale di Marassi.
Ma a proposito del Napoli, quali che siano le responsabilità in proposito di De Laurentiis & C, non posso esimermi dall'esecrare le demagogiche interrogazioni degli «onorevoli» di turno (Enzo Gentile e Maria Procaccini, ma ne arriveranno sicuramente altre) che mi ricordano il senario giambico di Fedro. Superior stabat lupus, inferior agnus
, e il lupo malandrino che stava di sopra si arrogava il diritto di mangiarsi l'agnello a valle in quanto gli avrebbe inquinato l'acqua del ruscello
Frattanto, sull'altra sponda siamo agli ultimi fuochi di Novellino sulla panchina (si fa per dire, perché non ricordo di averlo visto seduto) della Sampdoria. E naturalmente Walter sta concludendo la lunga e strapositiva vicenda blucerchiata da par suo: in assoluta dignità. Per fare l'elenco dettagliato delle disgrazie che lo hanno perseguitato negli ultimi due campionati ci vorrebbe una pagina di giornale. Se nonostante ciò, e tenuto conto che nel frattempo Garrone e Marotta sono finalmente riusciti nell'encomiabile impresa di chiudere un bilancio in lieve attivo, è puro esercizio di onestà intellettuale riconoscere che l'attuale 8° posto della Sampdoria in coabitazione con l'Atalanta, a soli 6 punti dal Palermo partito per spaccare il mondo e con 3 punti di vantaggio sull'Udinese che vanta un organico decisamente più forte, equivale ad una definitiva patente di bravura che l'irriducibile Novellino può vantare erga omnes.
Ora si tratta di vedere come Marotta saprà gestire il dopo Novellino mettendo a disposizione del sostituto (Mazzarri, Ranieri o più probabilmente Tassotti, per via del filo diretto dellamministratore delegato blucerchiato con Braida) un organico sostanziosamente riqualificato. Già preso a parametro zero lo stopper Lucchini dall'Empoli e virtualmente persi Bazzani, Bonazzoli, Flachi e Falcone, sul binario di partenza con Zenoni e Olivera, tanto per cominciare sarà opportuno riscattare totalmente dall'Udinese il talentuoso Foti: nella migliore delle ipotesi a far coppia col «salvato» Quagliarella, nella peggiore da affiancare a un centravanti del tipo del mai abbastanza rimpianto Nicola Amoruso, frettolosamente sacrificato dalla Sampdoria nell'estate del '94 e andato a sciupare i suoi anni più belli come tappabuchi alla Juventus. Poi occorrerà assicurarsi un'ala come Foggia (anzi proprio lui, se davvero il prescelto per la panchina fosse Mazzarri) e il riscatto totale (o almeno l'acquisizione della comproprietà) degli straripanti Ziegler e di Maggio, mentre l'autorevole Koman si è già guadagnato un posto nella «rosa». Quanto al resto, Marotta e Asmini contano di vedere a stretto giro di posta il frutti del loro egregio lavoro svolto a livello giovanile.
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