Roma - Terza e ultima fiducia per il governo Prodi a palazzo Madama: 163 sì, 157 no. Arriva il definitivo semaforo verde ai tre maxiemendamenti posti dal governo sulla finanziaria, lo scoglio più impegnativo per l'esecutivo. Un governo, quello di Prodi, nato traballante, visto che, in un anno e mezzo, ha già fatto ricorso trenta volte al voto di fiducia. Un escamotage tecnico politico per evitare di cadere.
I senatori a vita Sono ancora loro, i senatori a vita, i perni della maggioranza. Senza di loro il governo sarebbe caduto un'infinità di volte. Giulio Andreotti, Carlo Azeglio Ciampi, Emilio Colombo, Rita Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro e Francesco Cossiga anche nel terzo voto di fiducia della Finanziaria hanno votato sì. Unica eccezione, tra i senatori a vita, Sergio Pininfarina, risultato assente.
Il terzo articolo approvato contiene ben 164 commi, dal tetto ai salari dei manager pubblici al rifinanziamento del 5 per mille, fino alla misura fiscale che sostiene le onlus e la ricerca. L’art. 3 stanzia anche le risorse per il rinnovo dei contratti di lavoro del pubblico impiego.
Per quanto riguarda il freno alla crescita degli stipendi dei manager, si stabilisce che gli emolumenti non possano superare il trattamento riservato al primo presidente della Cassazione. Molte le eccezioni: le autorità indipendenti, la Banca d’Italia e 25 super-manager che saranno individuati dal governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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