Quasi superato lincubo dello scioglimento anticipato delle Camere, cè più di un parlamentare che in questi giorni continua a sentire il suo scranno che traballa. Sono gli otto senatori (più una) che il 21 gennaio aspetteranno il giudizio della giunta per le elezioni, il «tribunale» interno a Palazzo Madama chiamato a valutare la legittimità della loro elezione a seguito dei ricorsi degli sconfitti. Roba di resti e di infinitesime percentuali, di computo di collegi e di ripartizione dei resti. Cavilli da legge elettorale, in grado però di rimandare a casa qualcuno e «chiamare» a Roma qualcun altro. Otto più una, si diceva. E la «senatrice più una» è proprio ligure. Genovese per la precisione. È Sabina Rossa, eletta nei Ds, ma insidiata dalla «verde» imperiese Gabriella Badano, che ha fatto ricorso per un caso di «quorum corretto» in modo scorretto.
Ora che si avvicina il 21 gennaio si torna a parlare del duello Rossa-Badano. Soprattutto perché da qualche tempo sembra crescere il partito di coloro che spingono per il «ribaltino», per il cambio dei senatori. E Roberto Manzione, presidente della giunta, è uno di quelli che non ha mai voluto scherzare sul caso. «È vero, prima era da solo contro tutti - sorride -. Adesso mi dicono che stia cambiando laria». Sarà forse perché negli otto senatori a rischio cè anche Franco Turigliatto, lespulso da Rifondazione che già votò contro Prodi spedendolo dimissionario al Quirinale. E sarà anche perché tra color che son sospesi cè qualche altro esponente di maggioranza di non granitiche certezze in caso di crisi. Fatto sta che per Manzione sembra avvicinarsi una rivincita. «Beh, non è che questo sia un dato che mi gratifichi - si ribella il senatore -. Vorrei che si cambiasse idea per motivi relativi alle carte e ai ricorsi...». Lascia lì la frase che significa «... mica perché ora fa comodo al governo cacciare qualche senatore tentenna».
Certamente il caso di Sabina Rossa non potrebbe essere inserito tra quelli che preoccupano Prodi. La senatrice genovese non ha mai dato adito a dubbi circa la sua fedeltà. «No, piuttosto il ricorso contro di lei credo rischi per motivi tecnici - spiega Roberto Manzione -. È una situazione di ricorso tardivo, potrebbe essere considerato non ricevibile». Cioè la Badano resterebbe a Imperia e la Rossa a Roma per questioni formali. Ma proprio la Badano ha in mano le carte che comprovano lavvenuta spedizione nei tempi corretti. Semmai le Poste ci hanno messo troppo a recapitare le carte. «Gli uffici mi hanno spiegato che però è giurisprudenza della giunta considerare la data di arrivo del ricorso e non quello di spedizione - ribatte Manzione -. Però non posso certo dire che il ricorso verrà respinto. Finché non affronteremo i singoli casi, non ci saranno risposte».
Un brusco risveglio per il sogno di senatrice di Gabriella Badano, che pure si è sempre detta certa di avere le carte in regola, confortata anche da autorevoli pareri legali. A suo favore, dovrebbe giocare il fatto che relatore del caso-Rossa sarà il senatore Natale Ripamonti, anchegli dei Verdi.
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