Il Senato «salva» Rossa e Banti

Il Senato «salva» Rossa e Banti

Tirano un sospiro di sollievo i senatori liguri appesi ai ricorsi. Sabina Rossa ed Egidio Banti restano a Palazzo Madama. Almeno secondo quanto «suggerito» dalla giunte per le elezioni, che peraltro dovrà passare al vaglio definitivo dell’aula. E comunque secondo quanto durerà ancora la legislatura. Ieri è infatti arrivato il verdetto, da molti ritenuto scontato e da altri assai temuto, che respinge tutti i ricorsi presentati contro l’elezione di otto senatori passati con il complicatissimo calcolo dei resti e delle spartizioni tra partiti. Sotto esame c’era la questione di Sabina Rossa, figlia del sindacalista Guido Rossa ucciso dalle Br, oggi parlamentare dell’Ulivo-Ds, «minacciata» da un ricorso di Gabriella Badano, «Verde» di Imperia che rivendicava il diritto al suo scranno. Un ricorso che sembrava presentato fuori tempo massimo e che comunque è stato respinto insieme a tutti gli altri.
Chi rischiava se possibile di più era lo spezzino Egidio Banti, quota Margherita, contro il quale non era stato presentato alcun ricorso, ma che era entrato a Palazzo Madama grazie all’opzione di Luigi Zanda, che era stato eletto in due diversi collegi e aveva scelto di rinunciare alla circoscrizione ligure. Ora però Zanda era nel mirino. Ma era, anzi è, uno stretto collaboratore di Francesco Rutelli, che non avrebbe mai accettato la sua esclusione dal Senato. Tanto che, precedenti giurisprudenziali alla mano, si era arrivati addirittura alla conclusione che, in caso di vittoria del ricorso, Zanda avrebbe potuto cambiare la scelta del collegio, riprendendosi così il posto in Liguria a danno di Banti.
Giochi ed equilibrismi politici che però non si sono resi necessari dopo che ieri sera la giunta per le elezioni ha votato contro tutti i ricorsi presentati, bocciando quindi anche quelli che avrebbero regalato al centrosinistra una maggioranza più forte al Senato.

Per assurdo, cioè, il «no» ai ricorsi rende ancor più delicata la posizione di tutti i parlamentari. Tra le possibili soluzione alla crisi di governo dietro l’angolo c’è anche lo scioglimento delle Camere e la fine della legislatura. Cioè, ricorsi o no, tutti a casa e si torna al voto.

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