Roma - Bossi ricambia idea su Papa dopo aver disorientato la base e annuncia anche lo smarcamento della Lega sul decreto rifiuti. Sul destino del deputato pidiellino, sul quale pende una richiesta d’arresto per l’inchiesta P4 su cui la Camera dovrà pronunciarsi mercoledì prossimo, il Senatùr ha virato un’altra volta: «La Lega vuole votare per il suo arresto - ha detto ieri sera a una festa del partito nel Piacentino -. Penso che la Lega voterà per il suo arresto». E pensare che 24 ore prima aveva rettificato la sua uscita «In galera!» affermando che «le manette non vanno messe mai se prima non facciamo il processo». E ancora: «Se Papa ha commesso dei reati - aveva proseguito - paghi, ma non va bene mettergli le manette prima, quando ancora non sappiamo se quello che ha fatto è da galera o no». Poi, un riferimento a Craxi: «È opportuno ricordare il tempo di Craxi: fare andare in galera uno non ancora condannato non è servito a nessuno, tranne - ha concluso - a far andare in politica Di Pietro». Sembrava un contrordine. Ma i mal di pancia della base leghista e soprattutto di diversi parlamentari devono averlo spinto a tornare sui suoi passi.
Il Senatur ha voluto comunque sottolineare le sue perplessità sull’arresto di Papa: Noi abbiamo lasciato passare la richiesta della sinistra che chiedeva la carcerazione, ma io qualche dubbio ce l’ho: sembra una sfida al Parlamento, bisogna stare attenti a fare cose sbagliate, mai mettere le manette prima. La magistratura faccia il processo e se è colpevole lo si condanni, ma mettere le manette prima è inaccettabile». Nonostante questo, «la Lega - ha detto Bossi - vuole votare l’arresto, la Lega voterà l’arresto».
A questo punto si attende una decisione formale del Carroccio, ma non è escluso, per evitare una spaccatura con l’agguerrito fronte maroniano, che sia lasciata ai parlamentari libertà di voto. Anche perché, dietro lo scrutinio segreto con cui l’Aula dovrà esprimersi sull’ex magistrato pidiellino, non sarà facile fare la conta.
Dove andrà la Lega lo potremo sapere già questa sera, dopo l’incontro ad Arcore col premier. Di certo l’aria che tira non è delle più salubri. Bossi si appresta a smarcarsi anche su un altro tema caldo: quello del provvedimento «salva Napoli». Oggi alla Camera ci sarà la discussione sul decreto rifiuti e la linea del Senatùr dovrebbe essere la stessa: pollice verso. Il voto è previsto per domani e sulla carta la Lega dovrebbe tenere la posizione di sempre: o la monnezza resta lì, o al massimo nelle Regioni confinanti, o il decreto non passa perché il Nord ha già dato. Una tesi resa esplicita i primi di luglio quando, in Cdm, i ministri del Carroccio votarono contro. L’ennesimo smarcamento nei confronti del Pdl e della maggioranza, quindi, che tuttavia non avrà conseguenze dirette sull’esecutivo. Sul provvedimento, infatti, dovrebbe arrivare anche il beneplacito dell’opposizione. Udc e Pd sarebbero orientate a venire incontro al governo, pena l’accusa di «egoismo leghista». In più, è nota la posizione di Napolitano che ha sempre auspicato che il decreto venga approvato. A questo punto l’imbarazzo starà tutto tra le file della minoranza: approfittare che il Carroccio si mette di traverso per affossare un provvedimento che aiuta il neo sindaco De Magistris a ripulire le strade di Napoli o dare una mano a ripulire la Campania - come vorrebbe il Colle - aiutando il governo Berlusconi?
Da non sottovalutare un altro aspetto: un’ordinanza del consiglio di Stato ha appena ribaltato la sentenza del Tar - cui si appellava la Lega per mettere i bastoni tra le ruote al trasloco della monnezza campana - con cui si vietava il trasferimento dell’immondizia.
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