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Il senso di responsabilità della Cgil? La Camusso: "E' sciopero generale"

Cadono nel vuoto gli appelli del capo dello Stato di essere responsabili e uniti in questo momento difficile. Ma la Cgil vuole forzare la mano e prepara la mobilitazione di piazza: "A lavoratori si chiedono sacrifici al di sopra delle proprie possibilità". Anche Vendola fomenta lo scontro

Il senso di responsabilità della Cgil? 
La Camusso: "E' sciopero generale"

Roma - La Cgil conferma lo sciopero generale. Mobilitazione contro la manovra economica del governo che Susanna Camusso definisce "iniqua". Cade così nel vuoto l'appello del capo dello Stato Giorgio Napolitano all'unità per varare quanto prima le misre che aiuteranno il Paese a uscire dalla crisi economica. Mentre la politica prova a trovare la quadra in parlamento attorno al testo presentato venerdì sera dal Consiglio dei ministri, in una intervista a Repubblica il segretario del sindacato di Corso Italia annuncia che "il 23 agosto ci sarà una riunione straordinaria dei segretari generali delle categorie e delle strutture territoriali della Cgil per decidere la data della mobilitazione". Appuntamento al quale la Camusso estende l'invito anche a Cisl e Uil perché "a lavoratori e pensionati si chiedono sacrifici al di sopra delle proprie possibilità".

Il senso di responsabilità? Manco a parlarne. All'auspicio di trovare unità, la Cgil risponde mobilitando i lavoratori contro il governo. Scene che abbiamo già visto in Grecia: mentre il governo ateniese si confrontava su una manovra richiesta dall'Eurozona in cambio degli aiuti che avrebbero evitato il default, fuori dal parlamento lavoratori e sindacati lanciavano pietre e molotov contro le forze dell'ordine. Anche la Cgil vuole lo scontro di piazza. Secondo la Camusso, infatti, bisogna scioperare subito perché "questo governo, o qualche suo ministro, anziché porsi il problema di come tirare fuori dai guai il Paese, approfittasse della situazione per esercitare una sorta di vendetta nei confronti di chi lo ha contrastato". Mentre la manovra da una parte "parla solo a chi le tasse le paga già", è il ragionamento della Camusso, dall'altra "i tagli agli Enti locali mettono in discussione le prestazioni ai cittadini, e in particolare ai più deboli".

Per la sindacalista all'interno del decreto "non c'è stato alcun trasferimento in legge dell'accordo con la Confindustria sulla contrattazione e la democrazione sindacale". Anzi, prosegue nell'intervista a Repubblica, "il governo ha fatto un'altra cosa: ha stravolto quell'intesa. Così vuol far saltare a piè pari il contratto nazionale. Qui c'è la volontà di qualcuno di affermare la sua tesi, secondo cui si può fare a meno del contratto nazionale". Il segretario alla domanda su cosa accadrà martedì prossimo alla riapertura della borsa: "Non voglio pensarci sono preoccupata. Spero comunque che l'Italia non sia sottoposta a una nuova ondata speculativa".

In realtà, la Cgil rimane una voce fuori dal coro. Non solo il governo ha incassato il via libera della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente dell'Unione europea Herman Van Rompuy sulla bontà della manovra, ma anche gli altri sindacati hanno deciso di non seguire la Camusso nello scontro frontale con Palazzo Chigi. "Susanna Camusso può decidere tutto ciò che vuole, tanto ormai è assolutamente evidente che lo fa ad uso interno della Cgil", ha tuonato in una intervista al Messaggero il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. "Se avesse voluto promuovere un’azione di sciopero insieme a Cisl e Uil, avrebbe dovuto aprire una discussione cauta, paziente, diplomaticamente efficace - ha fatto presente Bonanni - mette in piazza ogni volta questioni che riguardano esclusivamente questioni che riguardano l’asseto interno della sua confederazione di cui, ovviamente, io non mi debbo fare carico".

Solo il leader del Sel Nichi Vendola è pronto a seguire in piazza la Cgil. "Organizzare una grande ribellione democratica per evitare un diffuso ribellismo", ha attaccato il governatore della Puglia dalle pagine dell'Unità insistendo sul fatto che "di fronte a questa deriva serve non uno, ma cento scioperi generali".

"Se la politica non mette in campo un'alternativa - ha spiegato Vendola ci saranno processi di insubordinazione figli di una società della precarietà e della disperazione".

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