da Roma
Il tentativo di un «arrocco», favorito dalla protezione del governo. Una «telenovela» da far finire al più presto investendo il Parlamento. Sono il comunista Oliviero Diliberto e il verde Alfonso Pecoraro Scanio i più critici sullaudizione del governatore Fazio. Entrambi si sarebbero aspettati le dimissioni, un «atto dovuto», dice il leader dei Verdi. «Sarebbe stato opportuno che il governatore avesse presentato le sue dimissioni per mettere al riparo via Nazionale dai suoi comportamenti poco trasparenti - concorda Diliberto -. Fazio ha invece scelto la via dellarrocco sapendo di godere protezione in alcuni ambienti del governo, una difesa scandalosa perché partigiana e chiaramente strumentale ed elettoralistica».
Sfumature più prudenti assume il rifondatore Franco Giordano, che si limita a chiedere una rapida decisione allo stesso Fazio, «perché è in gioco la credibilità dellistituzione». Ma sulla possibilità di una procedura straordinaria in Parlamento, con una mozione dellUnione che induca il governatore alle dimissioni, Giordano frena: «Valuteremo la situazione, ci stiamo confrontando». È il responsabile per lEconomia, Andrea Ricci, a chiarire che «Prc è molto critica sulloperato di Fazio, e non da ora, bensì dai casi Cirio e Parmalat. Oggi il giudizio può essere anche più critico, però sarebbe opportuno un gesto volontario del governatore...».
Il problema è di non affossare del tutto la credibilità di via Nazionale e di procedere al più presto a una riforma complessiva di Bankitalia, magari allinterno della legge di riforma del risparmio già in discussione alla Camera. «I tempi potrebbero essere brevissimi», dicono i rifondatori. Sono daccordo Diliberto e Pecoraro Scanio. Questultimo pretende soprattutto «trasparenza» perché «la vera sfida sono la tutela dei risparmiatori e la riforma del sistema bancario». «La telenovela continua - sospira il leader dei Verdi -.
La sentenza della sinistra radicale: «Difesa scandalosa»
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