Pier Augusto Stagi
Dichiarazioni ad effetto, Lance Armstrong, ne aveva già fatte. La più famosa è quella che poi lo stesso fuoriclasse americano aveva riportato nel suo libro autobiografico. «Il cancro è stata la cosa più bella che mi potesse capitare». Ieri, in occasione di una cena benefica in Sudafrica, il texano ha mandato in giro per il mondo l'ennesima esternazione: «Senza quella malattia non avrei mai vinto il Tour de France». Parole forti, roboanti, pronunciate dal corridore operato di cancro al cervello, ai polmoni e ai testicoli, e dopo la malattia capace di vincere sette Tour consecutivi. «Senza quella malattia non mi sarei mai impegnato a riconsiderare la mia vita, il mio modo di correre e la mia carriera. So che se non avessi avuto il cancro non avrei mai vinto il Tour de France», ha detto il texano. Armstrong che si è ritirato la scorsa estate dopo il settimo trionfo a Parigi, è giunto l'altro ieri in Sudafrica per prendere parte a una cena organizzata da un programma sociale di investimento, promosso da unimpresa farmaceutica.
«Non ho nessuna pozione magica, benché ci siano alcuni che pensano di sì», ha affermato l'americano riferendosi alle accuse di doping ricevute. Armstrong è tornato poi a smentire le accuse contro di lui avanzate dall'Équipe. «Se domini nello sport mondiale, ci saranno sempre domande e dubbi», ha ribadito il campione, che si è anche detto sicuro sul prossimo vincitore del Tour de France. «Questo sarà l'anno di Jan Ullrich. Vincerà il Tour de France, magari con 4 o 5 minuti di vantaggio.
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