Roma - Ma quanto sono odiosi quelli che ci mettono dieci minuti a tirare fuori i soldi, alla posta? E quelli che pensano fino a dieci prima di far partire la macchina al semaforo? Per non dire di chi non sgombra mai in tempo la cassa del supermercato per la spesa di quello dopo.
Oggi si dovrà guardare a queste lentezze con un sorriso sulle labbra (maledizioni tacite, per favore). È la giornata mondiale della lentezza. A deciderlo non è l’Onu, ma un’associazione italiana che ha nel nome il suo programma: «L’arte del vivere con lentezza». Nata nel Pavese due anni fa da un gruppo di amici stressati, ha lanciato questa idea. Risultato: adesioni dal mondo. Con il tam tam del web l’iniziativa ha conquistato Londra, Toronto e Heidelberg, in Germania. E anche in Italia l’elenco delle attività previste è lunghissimo: a Casciano Terme (Pisa) ci si sposta sugli asinelli Gioconda, Gaia e Libero; a Guspini (Cagliari) si leggono poesie a domicilio; a Milano si può cenare lenti, ascoltare musica lenta e camminare; a Roma si fotografa il cielo, possibilmente con le nuvole più belle in primo piano.
Il fondatore dell’associazione, Bruno Cortigiani, non si aspettava tante proposte. «Esiste un’Italia bellissima e spontanea, fatta di piccoli, che vogliono cambiare in meglio, vivere più lenti, forse essere più felici». Lui assicura che va sempre di corsa: «Lavoro sempre tanto». Ma un sabato pomeriggio di due anni fa, al bar con amici, ha visto un gruppo di persone camminare tranquillamente lungo il Ticino. «Si può fare ovunque, anche se non c’è il Ticino». Da lì, l’idea di rallentare. Un bisogno diffuso, a scorrere l’elenco di iniziative per oggi, che vanno dalla Lombardia a Napoli (l’elenco sul sito www.vivereconlentezza.it). Le più strane? A Rimini si torna all’autostop. I manager zen aderiscono in massa. In Germania, nella città dell’università per eccellenza - Heidelberg - si leggeranno (lentamente) passi dal libro La strategia dell’orso: la forza è nella calma, di Lothar Seiwert (professore universitario che ha aderito all’iniziativa, e avrà un boom di vendite anche qui da noi, ora). Ancora: a Ferrara è prevista una gara in bici, vince chi arriva ultimo. A Pavia ci si ritrova sul fiume, «per muoversi come una volta, lentamente, sul barcè». A qualcuno salteranno i nervi? Non nelle 55 «Città Slow» (associate al movimento internazionale delle piccole città del buon vivere).
Chi trovasse il tempo, può pure leggere qualche libro sul tema. Sul sito dell’associazione si consiglia la lettura di Lavorare al meglio e tornare a casa presto (di Fergus O’ Connel), oppure L’ozio creativo (di Domenico De Masi). «La fretta è l’antitesi della velocità - dice Contigiani -. Chi va di fretta non va veloce, se uno invece rallenta si ferma a pensare, e quando deve correre, corre». Il bisogno di fermarsi più di un attimo esiste, «se è vero che l’unico marchio italiano che si è affermato negli ultimi anni ed è stato esportato con successo, è quello di Slow Food».
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