Senza Ibra, il Milan si riscalda con Strasser

Se non c’è Ibra, il Milan si arrangia con un ragazzo della Sierra Leone, Rodney Strasser, 20 anni, appena arrivato a scaldare il cuore di un centrocampo in grave difficoltà (leggere qui di seguito un nome su tutti, Seedorf, sostituto di Pirlo con enormi lacune). Sua la stoccata a pochi rintocchi dalla sirena, con cui i berlusconiani mettono sotto il Cagliari, inaugurano il 2011 col formale primato invernale e sfuggono alle insidie del viaggio in Sardegna, nato tra stenti e assenze eccellenti. Significativa la scenetta finale: tutti intorno a Strasser, altro esponente del vivaio valorizzato dopo anni di pericolosa astinenza. Sua anche l’involontaria battuta su Cassano: «Io e lui siamo amici, io parlo 3 lingue ma non lo capisco proprio!».
Se non c’è mezza squadra (all’appello mancano infatti anche Zambrotta, Nesta, Pirlo, Boateng, Flamini, Inzaghi) e la condizione alla ripresa sembra molto lontana da quella migliore, Allegri e il Milan rimediano grazie allo spirito e al sacrificio dei singoli e del collettivo, distinto da una fede religiosa nell’epilogo e dal talento dei soliti noti che possono sempre marcare la differenza rispetto agli artigiani di Donadoni, tradito in modo esplicito da Nenè e Matri in particolare. Il palo scheggiato da Canini (primo tempo) e i gol divorati da Nenè (secondo tempo) sono diventati alla fine una zavorra eccessiva per gli isolani. Finché Astori rinvia sulla linea, finché Agazzi para su Pato o anticipa Robinho lanciato in contropiede solitario sempre da Pato, il Cagliari resiste in trincea. Appena entra Cassano, invece, a 20 minuti buoni dal gong e il barese comincia a fare il mago, facendo sparire, in collaborazione con Robinho, una palla ai limiti dell’area, il Milan può guadagnare il golletto e fare festa intorno al ragazzo africano.
Non è un Milan brillante e neanche dal passo sciolto, pesa la faticosa preparazione effettuata in Dubai, capace d’intossicare molti muscoli. Tanti, troppi per il suo censo, gli errori di ortografia calcistica (Seedorf in prima fila, Gattuso, Abbiati, Robinho stesso in fase d’attacco) che avrebbero potuto infliggere al viaggio in Sardegna una direzione opposta. Ma i 3 punti conquistati sono di un valore inimmaginabile. Molto positivo il ritorno all’attività di Pato e Thiago, il primo da centravanti comincia a orientarsi nel nuovo ruolo per risultare ancora più utile allo stesso Ibra, il secondo da leader difensivo ha reso meno pesante l’assenza di Nesta. E poi i giovani, inseguiti da una vita: Strasser è protagonista alla seconda presenza, Merkel al debutto in A guadagna consensi, Beretta in panchina è il prossimo fiore da far sbocciare. «Poteva anche finire pari», l’ammissione di Allegri che si ritrova a far i conti con un altro colpo basso, la squalifica di Ambrosini contro l’Udinese.

A consolare il livornese l’arrivo, ormai scontato, del centrocampista Andrea Lazzari, pronto a trasferirsi a Milanello (coi soldi incassati da Ronaldinho). «Non ti cedo a nessuno» la frase di Cellino. Ma forse è solo tattica.

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