Senza idee e senza difesa Novara è il capolinea per l’Inter di Gasp

Disastro dei nerazzurri: il tecnico in confusione è a fine corsa Pazzini entra solo nella ripresa, ma fallisce il gol del pari

Senza idee e senza difesa 
Novara è il capolinea 
per l’Inter di Gasp

Sarebbe da cambiare tutta la squadra, non solo l’allenatore. Ancora tre sberle, troppe per credere che sia tutto un caso. Novara festeggia e si gode la sua bella partita, regge la legge di casa sua: una sola sconfitta in 25 partite e 15 vinte. L’Inter è un fantasma, un punto in tre partite, più di un atto d’accusa: la difesa un colabrodo, il centrocampo una mozzarella, l’attacco una banda di pirati sdentati. Questa Inter è tutto un caos. Il Pazzo furioso in panchina, Alvarez in castigo in tribuna, Gasperini in preda a stato confusionale ha provato anche Castaignos: che volesse proprio farsi cacciare? É stato il primo pensiero vista formazione e modo di disporre la squadra.

Perfino Moratti in tribuna era un cencio, peggio dell’Inter. Gasperini e la squadra sono andati al di là dei suoi più neri pensieri. Si è visto subito: difesa allegra, tutto questo cambiare e rivoltare è il segnale di non avere certezze. Gasperini ha provato di tutto, ma c’è da domandarsi cosa ha combinato in questi due mesi? Ora toccherà a Ranieri o alla coppia Figo-Baresi, i nomi sono quelli. Moratti non può comprare giocatori, come servirebbe. Dovrà provare con un nuovo tecnico. Quest’anno l’Inter dovrà pensare a tener botta, più che a farsi fuggitiva.

La partita di ieri sera dice tutto: l’Inter si è fatta sempre più inquietante con il passare dei minuti. Stordente per svagatezza e dilettantismo nei primi attimi, quando Julio Cesar ha pestato faccia e occhio contro il pallone per evitare il gol dopo 58 secondi e rimediare ad uno svagato retropassaggio di Chivu. Subito dopo ha preso sopravvento il ridicolo, e forse lo sgomento, quando la difesa si è fatta traversare (e traversare da Paci) da un pallone che poteva finire in rete se Chivu non avesse evitato il patatrac. «Ma si può cominciare così», ha detto ai suoi Gasperini dalla panca. Se lo sono chiesto in tanti, forse anche chi lo paga. Ma se uno cambia il quarto modulo di gioco in quattro partite.

Insiste su una difesa con gente non adatta: Lucio e Ranocchia continuano a dimostrarlo, anche se l’italiano alla lunga ha trovato più credibilità. Rende Sneijder caricato ad acqua per un tempo. Fa esordire un giovanottone, diciottenne, per vivacizzare il gioco proprio nel giorno in cui servirebbero uomini e giocate certe. Ed infatti Castaignos, dopo tre frizzi iniziali, si è perso nel caos del gioco e della propria inconcludenza. Se uno fa tutto questo, oltre a sfiduciare un buon centravanti poi ripescato ad inizio ripresa, forse qualche spiegazione andrebbe cercata e data, al di là dei pianti sugli arbitri.
Per un tempo l’Inter non ha praticamente fatto un tiro in porta. Il gioco è stato il solito minestrone di «vorrei ma non riesco», il centrocampo è andato in affanno, la frittata era nell’aria. Il Novara ha sfruttato tutto, tre occasioni da gol in 25 minuti, gioco semplice ma efficace. Tesser ha punito il qualunquismo del gioco e dei nerazzurri. Meggiorini ha fatto prove generali per il gol, fino al 38’ quando ha pescato Lucio in giro per funghi e, tutto solo, si è guadagnato il gol dell’ex: una chicca.

E l’Inter è andata incontro alla figuraccia, incapace di tutto. Colpe del tecnico, d’accordo. Ma che dire di giocatori di qualità, e anche esperti, così usurati e dequalificati dal loro giocare? L’Inter ha subito il contropiede, che era un’arma sua, e rischiato il “meno 2“ per una intrusione facile di Mezzaroma. Tiri in porta nerazzurri? Uno solo di Pazzini, e dice tutto.

Ma poi la squadra è andata in ginocchio per l’ingenuo rigore provocato da Ranocchia su Morimoto, trasformato da Rigoni, e per il terzo e ultimo gol di Rigoni, così bravo da meritare la vetrina. La rete di Cambiasso è stata uno sbuffo di desolazione.

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