Cronaca locale

«Senza infrastrutture siamo da terzo mondo»

«Costi? Lo Stato si svegli e trovi il modo per far uscire i soldi»

«O costruiamo le infrastrutture o ci rassegniamo a essere un Paese del terzo mondo». Non si sforza certo di sfumare i concetti Valerio Bettoni, sanguigno presidente della Provincia di Bergamo targato centrodestra. Nel programma con cui nel 2004 ha aperto il suo secondo mandato, al primo punto c’è il capitolo «Territorio e infrastrutture». Chiaro che la BreBeMi, la direttissima che dovrebbe unire Brescia, Bergamo e Milano è sempre in cima ai suoi pensieri.
Presidente Bettoni, ma questa autostrada s’ha da fare o no?
«S’ha da fare? Lo chieda a chi passa la vita in coda per andare da Bergamo a Milano».
I dannati dell’A4?
«Tutte le mattine in macchina prima delle sei. Ore e ore per arrivare. Sempre che non ci si mettano di mezzo un incidente o un Tir fermo. Allora diventa una tragedia».
Il problema è chiaro, ma lei cosa ha fatto per risolverlo.
«Quando sono arrivato, nel 1999, non era ancora stato deciso nulla. Ho organizzato dibattiti, incontri con i residenti, tavoli con i sindaci».
Risultato?
«Tutti insieme si sono trovate delle soluzioni. All’inizio tante idee diverse, ma alla fine ci siamo trovati d’accordo. Bergamo ha fatto il suo dovere».
Coscienza a posto e la colpa è tutta degli altri?
«Io sono assolutamente convinto che oggi non si può più prescindere dalla costruzione di infrastrutture. Il nostro territorio non regge più. O la Lombardia ha la capacità di creare qualcosa di nuovo, o resteremo ai margini dell’Europa».
Quindi?
«Bisogna sviluppare il ferro e la gomma».
In concreto?
«Costruire la BreBeMi, la Pedemontana anche se l’hanno sempre più abbassata ed è diventata un’altra tangenziale di Milano, il raddoppio della Bergamo-Treviglio, il quadruplicamento dei binari della Treviglio-Milano».
E l’alta velocità?
«O ci sbrighiamo a farla noi o la faranno gli altri. E magari passerà a nord delle Alpi».
C’è chi dice che più strade portano più inquinamento.
«Ridicolo. Se si cammina più velocemente lo smog diminuisce».
Il presidente di Autostrade Gian Maria Gros Pietro, dice che le modifiche hanno fatto raddoppiare i costi del progetto iniziale.
«Il problema non sono i costi, il problema è costruire l’autostrada».
Beh anche i costi.
«I soldi non sono un problema. Invece di darla in concessione ai privati per diciotto anni, la diano per trenta».
Allora la BreBeMi va costruita dai privati.
«I privati o lo Stato, l’importante è che qualcuno la costruisca. La Lombardia è la locomotiva d’Italia, se la mettiamo in ginocchio, tutto il Paese va a fondo».
Ma gli ostacoli arrivano da sindaci e presidenti di Provincia.
«Se si riferisce all’impatto ambientale anch’io sono d’accordo nel dire che è un aspetto importante. Ma se si fanno le cose con giudizio e intelligenza i problemi si risolvono. E non si blocca lo sviluppo dell’intera comunità».
E i prezzi lievitano.
«Basta. Lo Stato si deve dare una sveglia e studiare i meccanismi per poter governare queste realtà».
Per esempio?
«Ci metta i soldi o si affidi ai privati e aumenti i pedaggi».
A pagare sarà sempre l’automobilista.
«L’automobilista è disposto a pagare. Anche gli aumenti, ma a patto che il servizio funzioni».
Tutto così semplice?
«Non si possono aspettare diciannove anni per realizzare un progetto. Chiaro che i costi si moltiplicano. L’Italia si deve sburocratizzare, deve semplificare le procedure. Come avviene già in tutta Europa».
Bene la velocità, ma non c’è il rischio che qualcuno ne approfitti?
«Chi fa il furbo deve essere impacchettato. Ma non si può bloccare tutto per questo. Guardiamo la Croazia, in pochi anni hanno costuito 300 chilometri d’autostrada».
A proposito di blocchi. Penati, presidente diesse della Provincia di Milano, non ha certo accelerato.
«Due anni fa, quando è arrivato, si è messo di traverso. E io ho reagito. Ma non è questione di bianchi, rossi o neri. La BreBeMi va sbloccata. Con le buone o con le cattive».
A chi tocca?
«Alla politica e agli amministratori. I singoli Comuni non possono bloccare lo sviluppo dell’intera comunità. Ognuno si prenda le sue responsabilità.

E quando la BreBeMi sarà costruita, la gente li ringrazierà».

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