«Senza l’incidente, Fernando 2°»

8 VETTEL Primo Dice: «Pensavo di essere partito bene poi ho visto le Lotus... Un Gp diverso soprattutto per le gomme, era difficile capire che cosa fare...». La verità? Seb è parso un filo più provato dell’Australia e non solo per via del caldo. Il ragazzo, che è sveglio, e tanto, ha capito che la McLaren è ormai lì e anche la Rossa ritardataria ha imboccato la retta via. Ha guidato e gestito le gomme in modo perfetto, ma stando in testa dall’inizio alla fine, per di più su auto che mette le ali, un 10 sarebbe troppo.
9 BUTTON Secondo Gli manca solo la vittoria, ma quando c’è da tirare fuori discreti attributi, molta eleganza di guida, parecchia intelligenza strategica, il play boy inglese fa la differenza. Gentleman driver vecchia maniera. In tutti i sensi. Lui amante delle donne, ha capito meglio di altri il bisogno di coccole delle Pirelli.
10 HEIDFELD Terzo Dato per bollito e finito, per di più reduce dal pasticcio di Melbourne, Nick aveva tutto da perdere. Soprattutto al via. E proprio al via, con un’ottima Renault - o Lotus che dir si voglia - ha dato vita a un festival di sorpassoni tutto fegato e da sesto si è trovato secondo alla prima serie di curve. Poi ha gestito le gomme con intelligenza. Forse perché quando era disoccupato è stato anche collaudatore della Pirelli? E allora? Buon per lui.
4 WEBBER Quarto Un festival di sorpassi anche per lui. Subiti. Al via è passato da terzo a nono in un batter di ali (quelle messe dal compagno Vettel che intanto s’involava). Se guidi la Red Bull non puoi pasticciare così. Anche se poi dici che il kers non ha mai funzionato. Tra i pochi a fare 4 soste. Questo la dice lunga sulla scarsa capacità di cullare le gomme. Ovvero, buon pilota, mica fuoriclasse. Quest’anno che i polimeri milanesi fanno da cartina torna sole, si nota parecchio.
7 MASSA Quinto Bella partenza. Anche coraggiosa, affiancato ad Alonso in mezzo alle prime due curve, la spunta sull’ingombrante, massì, diciamolo, capo squadra. Da settimo a sesto, davanti a Fernando e tenendo presente che le due Renault - o Lotus che dir si voglia - avevano appena pirlato tutti. Bravo. E sfortunato: se non avesse avuto un intoppo al primo pit alla ruota anteriore sinistra, sarebbe stato parecchio più avanti, magari sul podio.
6 ALONSO Sesto Che dire... ok, non è partito divinamente, ok, ha sbagliato su Hamilton, nel senso che ha calcolato male le distanze, l’altro ha fatto il suo da pilota esperto qual è, e il baffo sinistro della Rossa si è spatasciato sulla gomma posteriore destra della McLaren. Il conseguente pit stop in più, il 4°, ha vanificato una gara veloce, aggressiva e delicata alla voce gomme.
8 KOBAYASHI Settimo Al kamikaze della Sauber è più o meno riuscito di ripetere quanto fatto dal compagno messicano Perez in quel di Melbourne. Per lui solo due soste. Ci sa fare.
5 HAMILTON Ottavo Trattasi di pilota, mica di samaritano. Per cui, se anche avesse impercettibilmente alzato il piede per contrastare l’assalto di Alonso, ha fatto il suo. Sempre ai limiti come da curriculum, però questo è lui e questa - ammettiamolo - dovrebbe essere la F1. Certamente, una volta, era questa. Quanto alla gara, ha pasticciato troppo e ha maltrattato le permalosissime gomme Pirelli. Che l’hanno rispedito ai box con frequenza. Quattro pit per lui. Dirà: «Gara pessima, ho fatto del mio meglio, al 2°pit ho messo le gomme sbagliate, le dure, pessima strategia». Il box sentitamente ringrazia.
6 SCHUMACHER Nono Alla fine conclude davanti al compagno Rosberg, per cui si prende la sufficienza. Però, non bello vedere il kaiser delle piste subire Kobayashi al giro 28, non bello vedere il kaiser lottare con Alguersari, non bello vederlo scorrazzare fuori pista al giro 43. Risultato? Lui e la Mercedes über alles lontani una vita il giorno in cui sul podio ci sono due tedeschi.
3 GIUDICI FIA Va bene. Parliamone. Questi signori sportivamente togati hanno pensato bene, a motori appena spenti, di inviare un avviso di garanzia e convocazione a seguire ai signori Alonso ed Hamilton. Il primo reo di aver tamponato il secondo; il secondo reo di aver zigzagato una volta in più delle tre previste per non farsi passare dal primo. Venti secondi a testa di penalità sull’ordine d’arrivo, forse pilatesca e forse anche giusta a norma di regolamento. Per Fernando non è cambiato niente, per Lewis un posto indietro. Però passa questo messaggio: piloti puniti per aver fatto il loro lavoro. Cioè sorpassarsi e creare spettacolo. E poi la Fia s’inventa ali mobili, kers e vattelapesca per... far tornare i sorpassi e creare spettacolo. Ma dai...
9 PIRELLI Un trionfo. Sulla pista più calda dell’anno, la Casa italiana ha mantenuto le promesse.

Aveva detto tre soste per i migliori piloti nel gestire la macchina e nel capire la gara, e così è stato. Sorpassi, cambiamenti di posizione ed esaltazione dei piloti più talentuosi, indipendentemente dalla macchina che avevano. Unico neo? La gomme hard duravano davvero troppo poco. Non ce n’era bisogno.

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